Note cristalline in un silenzio sacro. Un concerto per nessuno, che celebra la comunità, la storia e la musica. Protetta dalle quattrocentesche pareti dell’Oratorio dei santi Sebastiano e Rocco alla Valle, una sinfonia eseguita da una giovane flautista cornudese ricorda una tradizione che da due anni si svolge in silenzio. Note che ricoprono ancora un ruolo simbolico, di resilienza, in una situazione dove ancora bisogna rifuggire il contatto umano.
L’idea del concerto è nata nel 2016 come occasione per far conoscere la chiesetta, nascosta lungo la provinciale Bassanese: la giovane musicista Elena Pellizzari, edizione dopo edizione, ha coinvolto altri giovani esecutori creando, insieme alla biblioteca di Cornuda e all’assessorato alla cultura rappresentato da Silvana Viviani, un appuntamento a cui la cittadinanza non può più rinunciare.
L’antico oratorio è permeato di arte: affreschi e marmorini accompagnano lo sguardo del visitatore e lo catturano con i dettagli curati. Non manca il lato storico, testimoniato da una pietra tombale in marmo bianco con lo stemma nobiliare della famiglia Bettis, che al suo interno custodisce le spoglie di numerosi discendenti. Pare che l’oratorio sia nato quando la peste imperversava nella zona di Cornuda oppure per il passaggio delle reliquie di San Rocco nelle vicinanze.
San Rocco, infatti, era noto come potente taumaturgo a protezione dalle epidemie: nato nella prima metà del 1300 da una famiglia religiosa, perse i genitori molto giovane e decise per questo di indossare l’abito da pellegrino, percorrendo tutto lo stivale invocando la trinità di Dio per la guarigione dei malati. Morì in carcere e dopo essere stato santificato il suo culto si espanse in tutta Europa: solo in Italia si parla di oltre 60 comuni o frazioni a lui dedicati, con oltre 23 mila luoghi di culto.
Non tutti sanno, però, che la chiesetta è intitolata anche a San Sebastiano, raffigurato negli affreschi, ragion per cui questo concerto viene organizzato ogni 20 gennaio, giorno della sua morte. San Sebastiano era un militare romano che ha sostenuto la fede cristiana e anch’esso veniva invocato contro la peste.
“È una delle chiese principali di Cornuda, uno dei siti religiosi a cui la popolazione tiene di più – racconta il sindaco Claudio Sartor -. È un peccato che questi oratori vengano dimenticati, sono esempi di grande rilevanza storica e architettonica. Questa chiesa è stata costruita anche per una dedica a questo passaggio dalla pandemia alla salute che era ritornata alla popolazione. Sono degli scrigni che noi cerchiamo di valorizzare, specialmente in questo momento”.
La sinfonia riprodotta nel video, unico mezzo disponibile per far arrivare alla comunità l’armonia della musica in un luogo importante anche dal punto di vista della devozione popolare, è “Fantasia strumentale sull’aria, Là ci darèm la mano” dal Don Giovanni di Mozart, dell’autore Mercadante.
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