“Amiamo Cornuda” incalza l’amministrazione sul nuovo polo scolastico. Il sindaco: “Vivono su Marte, chi non ha problemi con i lavori pubblici?”

Il nuovo polo scolastico di Cornuda è al centro del dibattito politico in paese dopo il recente intervento del gruppo di minoranza “Amiamo Cornuda”.

Questa volta i consiglieri comunali Bruno Comazzetto, Antonella Calzavara, Paolo Campeotto e Gianni Sardelli si sono concentrati sui costi legati alla nuova struttura scolastica.

“L’amministrazione del Comune di Cornuda – commentano da Amiamo Cornuda – sta portando avanti dal 2017 il progetto del nuovo polo scolastico. Il costo preventivato ad oggi è di 17 milioni e 300 mila euro, con una spesa di quasi 29 mila euro a posto alunno se calcolato per 600 alunni come da progetto, che però salirebbe a 34.600 euro se calcolato su 500 alunni, quelli realmente frequentanti le scuole elementari e medie di Cornuda. I lavori del primo stralcio dovevano partire a marzo ma un contenzioso sul materiale inquinato che giace sul sito da edificare ha protratto i tempi e fatto lievitare ulteriormente i costi”.

“I lavori dovrebbero partire nei primi mesi del 2023 – continuano – e il materiale inquinato dovrebbe essere spostato nell’area dove dovrà sorgere la scuola primaria, in attesa della definizione del contenzioso. L’area fin dall’inizio ha presentato problemi e ora ci chiediamo come si possa costruire una scuola in un sito compromesso da inquinamento e dislocato in una zona problematica nella viabilità. A fronte di questo il Comune, dopo aver speso un milione e 600 mila euro per il terreno, contrarrà due mutui per un totale di quasi 5 milioni di euro, cederà in permuta le due scuole compreso il nuovo ampliamento della scuola primaria costato un milione di euro e impegnerà circa 3 milioni di euro di avanzo di amministrazione”.

La minoranza ha ricordato che i lavori del secondo stralcio dovranno essere affidati entro il 31 dicembre prossimo.

“Il consiglio comunale – concludono – non ha mai preso in visione i progetti, forse perché la maggioranza si vergogna di aver sbandierato in campagna elettorale lo slogan ‘scuole a costo zero’, mentre la cosa è ben diversa. La Cornuda 2050 che ‘Fare per Cornuda’ ha sognato si ridurrà alla mera tempistica dei mutui da pagare e le casse del Comune piangeranno per anni, visto anche che ormai quello che c’era da vendere lo hanno venduto. Ma siamo sicuri che ai cornudesi vada bene così?”.

Per l’amministrazione comunale di Cornuda le polemiche sull’aumento dei costi “possono essere fatte solo da chi abita su Marte”, perché ragionare in questo modo vuol dire non vivere la realtà attuale.

“Qual è l’amministrazione che in questo momento non ha delle opere ferme che richiedono di essere finanziariamente adeguate? – commenta il sindaco Claudio Sartor – Ci sarà un motivo se il Ministero dell’Istruzione il 1° dicembre 2022 ha emanato un decreto con il quale proroga i termini per l’affidamento delle opere come le nostre a settembre 2023, in quanto c’è un evidente stato di difficoltà degli enti locali a sostenere la partenza dei cantieri. Nel nostro caso questo differimento ci permetterà di trovare le risorse e limitare l’eventuale mutuo”.

Rispetto al materiale inquinante di cui parla la minoranza, il primo cittadino sostiene che si tratti di “rifiuto utilizzabile o non utilizzabile”.

“Con la ditta che non lo ha diviso correttamente abbiamo avuto due sentenze favorevoli al Tar – aggiunge -. Il materiale utilizzabile verrà smaltito con l’accordo di Arpav e Provincia di Treviso. Quindi nessun inquinamento, cantiere operativo ad inizio anno per il primo stralcio (scuola media) dopo aver rivisto dei costi. Per il secondo stralcio cronoprogramma definito e affidamento dell’opera in primavera”.

Sartor chiede di non sollevare polveroni sul nulla perché una parte del materiale, ad una seconda analisi – non quella che aveva dato la ditta che ha eseguito i lavori – aveva un parametro fuori dalla norma.

“Tecnicamente non si tratta di inquinamento – precisa -, ma riguarda l’utilizzo o meno del materiale in cantiere. Comunque sono cose anche normali in un lavoro di demolizione, in quanto certi materiali da costruzione utilizzati anni fa avevano percentuali di sostanze che oggi non sono più tollerate. In ogni caso il cantiere è in ritardo per ragioni di costi: abbiamo ‘perso tempo’ ad adeguare il progetto per non avere costi eccessivi. Il materiale trovato si può spostare di qualche metro e questo non pregiudica il cantiere”.

“Il cromo anni fa era una componente del cemento – conclude -. Quindi una parte di quello demolito ha dei problemi, non tutta la demolizione. Ripeto: in qualsiasi opera di demolizione si trovano materiali o percentuali di materiali non più tollerate dai decreti degli ultimi vent’anni. Se demolivano e ricostruivamo le scuole dove insistono oggi, come voleva il consigliere comunale Comazzetto, avremmo trovato gli stessi problemi”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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