Piano Antenne e Bosco del Fagarè, Amiamo Cornuda: “Popolazione non coinvolta”. Sartor: “Protesta elettorale”

Piano Antenne e Bosco del Fagarè: due temi caldi a Cornuda

Recentemente, il gruppo consiliare “Amiamo Cornuda“, formato dai consiglieri comunali Antonella CalzavaraPaolo Campeotto e Gianni Sardelli, è intervenuto in merito al Piano Antenne e al relativo Regolamento Comunale approvati nel consiglio comunale del 28 marzo 2022 e alla loro attuazione. 

“Il piano antenne approvato in consiglio comunale a Cornuda – commentano dal gruppo di minoranza -, come tutti i piani antenne, ha il preciso intento di evitare lo strapotere dei gestori telefonici, per affidare le scelte a valutazioni che rendano meno impattanti il loro inserimento perché governate dal Comune. Quel che è accaduto a Cornuda è che l’amministrazione è stata molto attenta ad accogliere le osservazioni pervenute dai gestori, dialogando con loro, e non c’è stata la stessa attenzione per i cittadini cornudesi”. 

“L’amministrazione – continuano – non ha voluto seriamente coinvolgere e informare la popolazione, come pure è stato esplicitamente richiesto dal nostro gruppo di minoranza Amiamo Cornuda ed è a verbale del Consiglio. 

Come di consueto e al di là di quanto affermano gli amministratori, l’amministrazione non ha voluto in nessun modo dialogare e confrontarsi con i cittadini, come se questi non fossero coinvolti su questa decisione. Il confronto le fa paura”. 

“Dal dialogo con la popolazione – aggiungono – potevano giungere suggerimenti preziosi sul posizionamento delle antenne, anche su siti non di proprietà del Comune e quindi remunerati a privati e non al Comune (perché no se questa poteva essere una decisione più opportuna?). Forse, in questo modo, si poteva evitare di sprecare un’area verde, un tempo attrezzata ad uso dei ragazzi, per installare antenne. Non ultimo, in fase esecutiva, non sono stati rispettati i criteri stabiliti dal Regolamento Comunale di Servizio in merito alla distanza di alcune antenne da siti sensibili”. 

Amiamo Cornuda ha sottolineato che “il mancato coinvolgimento della cittadinanza è stato il tratto distintivo di questa amministrazione comunale”. 

“Per ogni scelta – evidenziano i consiglieri di minoranza – sono stati assolutamente autoreferenziali, come: il nuovo Polo Scolastico (nessuno conosce con esattezza questo progetto che cuba 17 milioni di euro), il Bosco del Fagarè(se non postuma dopo specifica nostra interpellanza), il piano di dismissione di immobili e aree verdi, lo spostamento del mercato a km 0 non più riposizionato nel luogo originale con la riduzione di contadini che vendono e di cittadini che acquistano (da 8 aziende a 3), la gestione delle politiche giovanili, la gestione dei fondi ricevuti per l’emergenza Ucraina che non si sa in quale rivolo siano andati a finire e così via”. 

“Abbiamo una convinzione – concludono -: l’intera Cornuda è stanca di questo modo di fare, dopo il 10 giugno altri saranno coloro che attueranno come dovuto, con la collaborazione dei cittadini cornudesi, il Piano Antenne differentemente da quanto ha fatto questa amministrazione uscente”. 

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Claudio Sartor, che ha voluto replicare ai consiglieri di Amiamo Cornuda. 

“I consiglieri di minoranza – sottolinea il primo cittadino di Cornuda – hanno dimostrato una grandissima leggerezza e disattenzione. Molto probabilmente fanno finta di non conoscere le cose. Ad ogni consiglio comunale, ci continuano a fare domande su temi come quello della scuola, quando da sempre ci sono progetti pronti e visibili negli uffici, ma poche volte ci sono stati accessi agli atti. Attenzione ai bilanci del Comune! Basterebbe guardare i consigli comunali in streaming per capire che, più o meno, ripetiamo le stesse cose da sempre”. 

“Sulla questione delle antenne – aggiunge -, mi chiedo perché l’altra sera i consiglieri di minoranza non siano intervenuti a margine del consiglio comunale, quando io ho interloquito con alcuni cittadini che erano venuti a chiedermi delucidazioni. Fanno finta di non sapere esclusivamente per volontà elettorale, cioè di cercare di cavalcare una protesta. Loro hanno votato ed erano partecipi in tutte le decisioni che hanno riguardato il regolamento. Se erano d’accordo fino a poco tempo fa, mi chiedo adesso cosa sia cambiato. Ora ci sono le elezioni e cercano di sfruttare il momento”. 

“Oltre ad essere poco presenti – continua – e conoscere in modo non approfondito le questioni del Comune, visto che spesso fanno scena muta nei consigli comunali, dimostrano anche un tentativo di cavalcare onde che li vedrebbero anche essere corresponsabili di determinate scelte. Sulla questione del Bosco del Fagarè, loro si sono opposti ad una vendita di 150 metri quadrati, che in verità era un problema per l’amministrazione comunale per la presenza di alcuni abusi, ma non hanno fatto pervenire alcun progetto e si sono disinteressati per anni dei siti”. 

“Questo a differenza dell’amministrazione attuale – prosegue -, che ha delineato dei percorsi per superare la stasi dovuta al blocco delle attività di miglioramento boschivo per l’emergenza del tarlo asiatico. Le minoranze non sanno che sul Bosco del Fagarè ci sono ben tre progetti, uno già finanziato con 125 mila euro da parte del fondo dell’Ipa sui siti del Mab Unesco ed altri ai quali stiamo per partecipare”. 

“È altrettanto grave – conclude – che si metta in discussione un aspetto come i fondi per l’Ucraina, perché i consiglieri sanno bene dove sono stati spesi. Il fatto di voler cercare di mestare nel torbido è un segnale non solo di debolezza, ma anche di mancata conoscenza di quelle che sono le elementari basi del bilancio comunale. Tutto questo è abbastanza demagogico, superficiale e non tiene conto di alcune posizioni che i consiglieri hanno tenuto in questo mandato”. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata). 
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