Giovedì scorso, presso la Sala Giovanni XXIII di Cornuda è stato proiettato il docufilm “Bassil’ora”, cui è seguito il dialogo con il protagonista, Giuseppe Bassi, reduce della guerra mondiale sul fronte russo, uno dei pochi sopravvisuti alla campagna italiana di Russia.
Classe 1919, geometra, ha raccontato attraverso questo film la sua esperienza e l’orrore di quei tempi.
Giuseppe si arruola a 23 anni come sottotenente del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzata, Divisione Celere. Nel 1942 venne catturato dai Sovietici ma fece ritorno a casa soltanto nell’aprile del 1946, dopo 42 mesi di prigionia e tre campi di concentramento.
Il film, prodotto dalla casa veneta Emera Film, è stato presentato in anteprima mondiale all’Italian Film Festival di Cardiff, appuntamento cinematografico dedicato al cinema italiano molto importante nel panorama del Regno Unito e in questo contesto è stato premiato con il riconoscimento Canfod Award come Miglior Documentario.
Proiettato in diverse sale cinematografiche del Veneto, lo scorso 6 febbraio è andato in scena a Cornuda, sarà poi in sala nuovamente il 6 marzo a Pieve di Soligo e in altre città italiane come Milano, Torino, Bologna e Brescia. Il promo era stato proiettato anche durante la Mostra del Cinema di Venezia suscitando grande interesse e commozione da parte dei presenti.
La storia ripercorre una parte della vita di Giuseppe Bassi, che fu fatto prigioniero durante la Campagna di Russia cui si intreccia la storia, frutto della fantasia, di Katerina, una donna di origine russa che abita a Mestre ma che proviene proprio dalle zone in cui Giuseppe viene tenuto prigioniero.
Nel film vengono inseriti anche i disegni e gli schizzi che Giuseppe faceva nelle cartine delle sigarette ritraendo luoghi, dettagli e oggetti, materiare recuperato, che ha reso possibile anche l’identificazione di alcune fosse comuni dei soldati italiani. Il titolo del film “Bassil’ora” richiama il soprannome che era stato dato a Giuseppe: infatti lui era l’unica persona nel luogo di prigionia che era riuscito a conservare l’orologio, nascosto dentro ad una scarpa, oggetto a lui tanto caro che gli ha permesso di contare il tempo che trascorse in quei luoghi.
L’ingresso, libero per il pubblico, ha visto la presenza di circa 150 alunni delle scuole medie del plesso di Cornuda, che comprende anche la scuola di Maser.
Il documentario è stato prodotto grazie al contributo di Kioene e Regione del Veneto, il sostegno della Pro loco di Villanova di Camposampiero e i patrocini dei Comuni di Villanova di Camposampiero e Pozzuolo del Friuli e dell’Unirr, oltre al contributo del comune di Cornuda per la proiezione.
(Fonte: Serena Corso © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Cornuda).
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