Chiude dopo 45 anni la storica pizzeria “Da Salvatore”. Il commosso ricordo del titolare

Chiude questa sera la storica pizzeria “Da Salvatore” a Follina

Dopo 45 anni di attività chiude definitivamente oggi, domenica 17 settembre, la storica pizzeria “Da Salvatore” di Follina. Passione, divertimento e tanto affetto verso i propri clienti: il titolare Salvatore Lirangi utilizza queste parole per raccontare, commosso, la sua storia.

Per festeggiare e concludere questi 45 anni di attività, oggi dopo le 21 la pizzeria aspetta tutti per un brindisi e un ultimo trancio di pizza.

La nascita di una passione  

“Sono nato a Luzzi, un paesino in Cosenza (Calabria), in una famiglia numerosa e molto unita – spiega Salvatore -. Nel ’65 sono emigrato in Germania, dove vivevo da mio fratello, iniziando da subito a lavorare in una fabbrica di automobili. Dopo otto anni mi licenziai per andare a lavorare come cameriere in una pizzeria/gelateria gestita da italiani, dove conobbi un ragazzo originario di Tarzo, con cui diventammo subito amici. Lui però decise di ritornare in Italia per aprire un locale tutto suo.

Salvatore Lirangi

Una sera il pizzaiolo non si è presentato – prosegue – e dal nulla, solo perché italiano, mi hanno messo dietro al bancone a fare le pizze senza alcuna esperienza. Da lì ho scoperto il lavoro che sarebbe poi diventato la mia passione. Il figlio del titolare, che gestiva il locale, fece un incidente in cui perse le gambe. Suo padre era anziano e quindi mi diedero la gestione di circa otto dipendenti, crescendo molto come pizzaiolo.

Con il ragazzo di Tarzo rimasi in contatto, mi chiamava tutti i giorni cercando di convincermi a raggiungerlo. Io ero titubante finché non mi disse che aveva trovato il locale giusto per noi”. 

L’arrivo a Follina

“Cedetti all’insistenza del mio amico tarzese e mi ritrovai a Follina a 28 anni, dove abbiamo dato vita alla pizzeria, birreria e gelateria  “Al Forno”, dove oggi c’è la palestra – racconta Salvatore -. All’epoca non esistevano tanti locali, quindi da subito il nostro diventò punto di riferimento per tutti i giovani e le famiglie della zona. Non esistevano orari, aprivo dalle 8.30 fino oltre le 2 di notte: si faceva tanta festa. Nell’88 la tragica notizia: il mio socio morì in un incidente. Rimasi solo, fu un duro colpo ma, con l’aiuto della famiglia, riuscii ad alzarmi e continuare. Mio fratello venne ad aiutarmi ma, per diversi problemi, decisi nel ’90 di chiudere.

La storica pizzeria “Da Salvatore”

Negli anni successivi, nel 92′ aprii un’altra pizzeria più grande sempre a Follina ma pagavo tanto di affitto. Nel 2003 mi offrirono questo posto, quindi aprii la pizzeria “Da Salvatore”, un locale tutto mio e della mia famiglia – aggiunge -. Negli anni i miei figli, sabato e domenica, venivano sempre a darmi una mano. Gli anni del Covid sono stati molto difficili per noi commercianti ma siamo riusciti comunque a resistere e continuare fino ad oggi”. 

Una nuova vita 

Il lavoro non mi è mai pesato, anche se in questi 45 anni ci sono stati momenti difficili – continua Salvatore -. Sono stati anni stupendi e la cosa che mi rende più orgoglioso è stato vedere i figli e i nipoti di quei miei primi clienti frequentare ancora oggi il nostro locale. Diverse generazioni sono cresciute anche grazie alla mia pizza. Ringrazio questa stupenda comunità che mi ha accolto da subito e non mi ha mai fatto mancare affetto e sostegno. Soprattutto ringrazio la mia famiglia che in questi anni mi ha sempre aiutato nonostante i molti sacrifici richiesti. 

Gli interni della pizzeria pronti per la festa di chiusura di questa sera

Adesso farò la vita da nonno pensionato, portando a spasso il mio amato Giotto, il cane, e la nipotina a danza – conclude Salvatore -. A me piace questo lavoro, se uno dei miei figli avesse voluto gestire il locale o avessi trovato una persona in gamba con passione e voglia di lavorare, sarei rimasto a dare una mano. Alcuni miei amici pizzaioli mi hanno già chiesto se posso andare a dare loro una mano e accetterò volentieri per qualche sera. Ora il locale diventerà l’abitazione di mio figlio Enrico. Sto cercando di vendere l’arredamento ma non il forno: lo terrà mio figlio così, durante le feste, farò la mia pizza”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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