Follina, il ricordo della maestra Clelia Caligiuri che salvò un’ebrea: verrà intitolata a lei la piazza a Piavon

La maestra Clelia Caligiuri ha aiutato l’ebrea Sara Karliner confinata a Follina. È la prima donna italiana e la prima residente in Veneto ad aver ricevuto il titolo di “Giusto per le Nazioni” e a piantare il suo albero in Israele.

Piavon di Oderzo, dove Clelia ha vissuto per un lungo periodo della sua vita, le rende onore e sabato 8 febbraio, alle 15 gli intitolerà la piazza antistante la scuola primaria del paese. 


Su iniziativa dell’amministrazione comunale di Oderzo, guidata dal sindaco Maria Scardellato, con il contributo del gruppo degli alpini di Piavon, capo gruppo Antonio Cittolin. Alla cerimonia saranno presenti le figlie di Clelia, Lucia e Maria Rosaria con il nipote Renato.

Clelia è una donna forte, umile e generosa, lo dimostra la sua storia. Nasce a Sorrento nel 1904, il padre muore nella Grande Guerra, lasciando una vedova e quattro bambini orfani. Una volta diplomata maestra decide di emigrare in cerca di un posto di lavoro e arriva a Piavon.

Nel 1930 si sposa a Pompei con Renato De Gregorio, nato a Sorrento il 6 agosto 1900. Gli sposi scelgono di rimanere a Piavon. Nel secondo conflitto mondiale Il marito viene arruolato in marina come capitano di macchina. Il cacciatorpediniere su cui si imbarca viene bombardato e affonda, sulla rotta verso la Libia.

È il 28 giugno del 1940. Clelia a 36 anni è vedova ed ha tre figli. Resta a Piavon e aiuta le altre vedove. Nel 1943 il medico le consiglia di portare la terza figlia in una località più fresca, per ragioni di salute. Quindi affitta una stanza a Follina e vi manda due figlie.

A Follina incontra e fa amicizia con Sara Karliner, una ebrea jugoslava, scappata da Zagabria un paio d’anni prima, confinata a Follina dalle forze dell’ordine del tempo, per le leggi razziali che vigevano.

Quando il clima diventa difficile per Sara, Clelia non esita ad aiutarla a fuggire da Follina e la ospita nella sua casa di Piavon. Abitazione che è riparo anche per ragazzini del paese spaventati dagli uomini in divisa. Quando la situazione si fa critica per Sarina si rivolge al parroco di Lutrano, don Giovanni Casagrande.

E ottiene il suo aiuto per poter ospitare la sua amica, che settimanalmente continuerà a sostenere e a visitare. Sara Karliner a guerra finita raggiunge dapprima una sorella a Bologna, poi ritorna in Israele.

Sarina vent’anni dopo ospita Clelia e i suoi familiari nella sua casa a Tel Aviv. La loro storia viene conosciuta e valutata dallo Yad Vashem, il memoriale delle vittime della Shoah a Gerusalemme.

Clelia il 18 ottobre 1966 ricevere l’onorificenza di Giusta per le Nazioni e pianta l’albero a lei dedicato, nel “Giardino dei Giusti”. Sara morirà poco tempo dopo, ancora giovane, di cancro. Clelia è stata inoltre consigliere comunale ad Oderzo, nelle file della Democrazia Cristiana nel 1946.

Nel 1948 si trasferisce definitivamente con i tre figli a Napoli. Dove muore a 91 anni, nel 1996.

A Piavon il 16 marzo dello scorso anno sempre l’Amministrazione Scardellato ha inaugurato un nuovo monumento ai caduti e ai dispersi delle due guerre mondiali, collocato appena al di fuori dell’area di pertinenza dell’edificio scolastico che ospita la primaria Nazario Sauro. Lo slargo che ora verrà intitolato alla maestra Clelia Caligiuri.

Il monumento ripropone i colori della bandiera italiana, il verde del prato, il rosso della pavimentazione, il bianco delle tre pareti che sostengono le lapidi con i nomi dei soldati che hanno perso la vita nei due conflitti della prima metà del Novecento.

Lapidi che in precedenza erano state sistemate sulle pareti dell’ex scuola elementare, edificio oggi ex novo. Fra questi nomi c’è anche quello del capitano Renato De Gregorio.

La curiosità viene dalla Sicilia, da Messina. Ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, la scuola secondaria di primo grado “Foscolo”, dell’istituto comprensivo n. 2 di Barcellona Pozzo di Gotto, dedica un albero ai “Giusti tra le Nazioni”, ai non ebrei che hanno compiuto azioni a rischio della propria vita e senza alcun interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah.

A partire dal 2013, alla “Foscolo” è sorto un piccolo “Giardino dei Giusti” e, per ogni anno è stato scelto un “Giusto tra le nazioni” italiano. Dopo Giorgio Perlasca, Carlo Angela, Gino Bartali, Adele Zara, Calogero Marrone, Don Aldo Brunacci e il paese di Nonantola, quest’anno è stata scelta Clelia Caligiuri.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione della famiglia di Clelia).
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