Fregona, in Cansiglio in migliaia per il 27esimo raduno dei Trevisani nel mondo, la messa celebrata dall’arcivescovo di Loreto

Come sempre in migliaia i Trevisani nel mondo in Cansiglio, per il 27esimo raduno, e nell’11esima giornata dei Veneti nel mondo. Per ricordare tutti gli emigranti trevigiani e veneti che dalla fine dell’800 hanno lasciato la terra e le colline della nostra provincia per vivere meglio ma esportare nello stesso tempo laboriosità, impegno e generosità propri di questa terra.

Ma per ricordare anche chi in questi anni, giovani soprattutto, lasciano il Veneto, duemila solo trevigiani per trovare sbocco alla loro professionalità che altrimenti qui non troverebbero. E in Cansiglio ieri, domenica 28 luglio, c’erano anche loro, ragazzi e lavoratori del Coordinamento giovani veneti nel mondo, che per il momento preferiscono rimanere nei loro paesi dove stanno facendo la loro fortuna e si stanno realizzando.

Presente l’assessore Manuela Lanzarin in rappresentanza della Regione. Di solito c’era il presidente Luca Zaia, ieri però impegnato istituzionalmente altrove, che non si è dimenticato dell’appuntamento e ha postato in Facebook una lettera in cui esprime la fierezza per quello che è un secondo Veneto all’estero: “In Cansiglio si ritrova, come ogni anno, la grande famiglia dei Veneti nel Mondo, sparsa nei cinque continenti ma legata a noi da una profonda identità di amicizia e di affetto – ha scritto tra l’altro – Grazie a loro è stato esportato nel mondo il modello veneto dell’emigrazione”.

“Uomini e donne che non sono andati a riempire le galere o bighellonare per le strade – continua – ma per realizzare un progetto di vita, per portare lavoro, conoscenze e competenze, capacità di sacrificio, nel rispetto delle leggi, degli usi e costumi delle terre che li hanno ospitati. Hanno concorso alla crescita dei paesi che li ospitavano, con la fatica e a volte anche con la tragedia, a volte ricoprendo importanti incarichi nella vita sociale, economica e politica locale”.

Fregona cansiglio trevisani 02

“Se un tempo i nostri migranti partivano con la valigia di cartone – conclude il presidente Zaia – per fame o perché c’era la guerra, oggi la migrazione, in particolare quella giovanile, è rappresentata dalla sete di conoscenze, dalla “circolarità di cervelli”, dalla ricerca di nuovi sbocchi professionali all’estero. Ma sempre al primo posto ci sono i valori veneti, tra cui la serietà, la voglia di fare, la laboriosità, l’onestà, che i nostri emigranti nel mondo continuano ogni giorno a rappresentare. Sono loro l’orgoglio veneto, in tutto il mondo”.

La messa all’interno della tensostruttura realizzata da Veneto Agricoltura è stata celebrata dal sarmedese arcivescovo di Loreto monsignor Fabio Dal Cin con altri sacerdoti e davanti ad una serie di autorità, con l’europarlamentare Gianantonio Da Re, sindaci da tutta la provincia e diverse delegazioni da molti paesi del mondo.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook Alessandro Biz).
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