Da ottobre senza linea fissa della Telecom: i cellulari hanno campo a seconda dell’aria che tira, i gestori di malga Coro, Vallì Pizzol e il marito sono letteralmente infuriati. Essere in Cadolten di questi tempi significa essere isolati in caso di necessità o emergenza, diventa quindi complicato chiamare i soccorsi.
“E’ un macello – conferma Vallì Pizzol – paghiamo le bollette del gestore senza avere il servizio. E’ anni che andiamo avanti così. Da ottobre 2019 è caduta la linea nel bosco e le riparazioni, se si possono chiamare così, sono solo delle toppe e mai definitive. Dura due giorni e poi, al primo vento o alla prima pioggia, siamo daccapo. Abbiamo i cellulari ma le comunicazioni se riescono sono un caso. Per rispondere bisogna salire in piedi su una sedia in un punto della malga. Se funzionassero, faremmo a meno della linea fissa”.
Il problema è che la linea fissa esiste solo sulla carta, sulle bollette: “Gli operatori ormai sono stufi di sentirmi, loro sollecitano ma nulla. Il problema è che noi siamo stagionali, se non riusciamo a rispondere la gente non arriva ed è un danno economico non da poco. E poi – aggiunge Vallì – non siamo mai tranquilli, se succede qualcosa o qualcuno sta male non si riesce a chiamare il 118. Bisogna tribolare, eppure pago regolarmente la bolletta”.
Nella zona c’è anche una cooperativa di diversamente abili, senza linea telefonica, la malga è un riferimento: “Ma è una vergogna, il gestore si giustifica che la linea passa nel bosco – spiegano i gestori della malga -, ma noi paghiamo per un servizio che non esiste, mentre quelli delle ditte che vengono a riparare ci assicurano che, volendo, si può fare una cosa definitiva e sicura. Allora ci chiediamo, perché non lo fanno?”.
Già tre settimane fa Daniele Dal Mas, del Comitato Valsalega, che da anni si batte per le coperture telefoniche nella zona, aveva segnalato la linea telefonica fissa a terra: ”Lassù sono senza linea mediamente per 200 giorni all’anno ed è ora che la Tim provveda alle opportune sistemazioni e alla pulizia delle piante in prossimità delle linee telefoniche fisse. Scriverò ancora anche al prefetto e a tutte le autorità competenti. Lassù sono impossibilitati a telefonare anche in caso di emergenza e ora la zona è frequentata da centinaia di persone ogni giorno”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Comitato Valsalega).
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