Nelle ultime settimane, a Pordenone, un gruppo composto da nove persone, due italiani e sette stranieri tutti originari dell’africa sub-sahariana, gravati da precedenti penali e di polizia, alcuni dei quali senza fissa dimora, si sarebbero resi autori furti e rapine commessi ai danni sia di privati cittadini sia di esercizi commerciali come negozi e ipermercati: fatti che hanno destato notevole scalpore e allarme sociale nella cittadinanza del capoluogo di provincia.
Molteplici sono state le richieste d’aiuto giunte alle sale operative sia dei Carabinieri che della Polizia di Stato da parte di vittime, spesso stranieri o giovanissimi, che lamentavano di essere state derubate del telefono cellulare, di capi d’abbigliamento o di altri effetti personali.
Il gruppo, secondo gli inquirenti, agiva con una ferocia e una violenza inaudita, aggredendo le vittime che rifiutavano di consegnare quanto da loro richiesto; decine le denunce presentate negli ultimi mesi nei confronti dei componenti del gruppo che non esitavano a delinquere pochi minuti dopo essere stati controllati dalle forze dell’ordine che da tempo monitoravano quotidianamente le loro azioni.
Numerosi sono stati anche gli interventi da parte di uomini e donne in divisa per furti consumati in supermercati e piccoli market di generi alimentari. Anche in questo caso, se il gruppo veniva scoperto, non esitava a praticare violenza per guadagnare la fuga.
In considerazione della gravità dei fatti denunciati, la Procura di Pordenone ha coordinato l’attività investigativa congiunta della Squadra Mobile della Questura friulana e del Comando Compagnia Carabinieri di Pordenone, richiedendo e ottenendo l’emissione di sette misure cautelari dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale a carico degli appartenenti al gruppo.
Ieri, in seguito a un intervento congiunto e sinergico effettuato da personale della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante della Questura di Pordenone e di militari dalla Sezione Operativa e Radiomobile del NOR, coadiuvati dalle Stazioni dell’Arma di Pordenone e Fiume Veneto, cinque di loro, K. B. nato in Costa d’Avorio nel 2003, A. K. nato in Ghana nel 1999, G. C. nato in Costa d’Avorio nel 1992, F. S. nato a Noto nel 2005 e B. R., nato in Ghana nel 2001, sono stati arrestati e tradotti in carcere.
Altri due, H.Z. nato in Marocco nel 2000 e N. N. nato in Congo nel 2003, sono stati invece sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Altri due componenti del gruppo, M. V. ventiquattrenne originario dell’Angola e D. S.. ventenne italiano, sono stati denunciati in stato di libertà per alcuni dei fatti contestati nell’ordinanza.
Un impianto accusatorio articolato quello costruito dalla Procura di Pordenone: 17 i capi d’imputazione formulati a carico del gruppo nella richiesta di misura cautelare avanzata dalla locale Procura e integralmente accolta dal Gip pordenonese, che nell’ordinanza ha in più passaggi evidenziato l’agire particolarmente cruento del gruppo.
In particolare, agli arrestati vengono contestati quattro rapine aggravate, cinque furti aggravati e un’estorsione; in quattro episodi le vittime hanno riportato lesioni, anch’esse oggetto di specifica imputazione. Al ventenne ivoriano viene contestato anche il reato di resistenza e rifiuto di fornire le proprie generalità.
Gli arrestati, secondo gli investigatori, agivano sempre con particolare crudeltà come quando lo scorso 26 aprile non avrebbero esitato a colpire ripetutamente con calci e pugni, e anche mediante un tirapugni, un cittadino pakistano che aveva richiesto la restituzione del pacchetto di sigarette poco prima rubatogli dal “branco”. Nell’occasione la vittima riportò la frattura delle ossa del metacarpo di entrambe le mani e varie contusioni ed escoriazioni, con una prognosi di 30 giorni.
In altre occasioni gli arrestati, oltre a derubare e minacciare le vittime, sempre scelte a caso, avrebbero avanzato loro vere e proprie richieste estorsive, come verificatosi ai danni di un minore al quale era stato richiesto il pagamento della somma di 30 euro se avesse voluto ottenere la restituzione dell’Iphone rubatogli poco prima degli stessi.
In un’altra occasione il gruppo si sarebbe reso autore di un tentato scippo della borsa di una donna in prossimità del ristorante I-Sushi in via Beato Odorico; la donna nell’occasione rovinò per terra rimanendo ferita.
A riprova della particolare ferocia del gruppo, del tutto privo di freni inibitori, c’è secondo gli inquirenti quanto accadde lo scorso mese di marzo quando gli arrestati dopo aver sottratto delle bottiglie dagli scaffali di un market del centro città, di fronte alla richiesta del titolare dell’attività di ottenere il pagamento delle bottiglie, lo avrebbero colpito con un violento pugno al volto procurandogli gravi lesioni e dandosi poi alla fuga.
Ieri per loro si sono aperte le porte del carcere; dopo essere stati bloccati e controllati in prossimità della Stazione ferroviaria all’esito di un intervento congiunto di Carabinieri e Polizia, i cinque sono stati associati nelle case circondariali di Pordenone e Udine a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Contestualmente, personale dell’Arma di Pordenone dava esecuzione alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico degli altri due.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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