Agosto 2019-agosto 2023: tanto è durato l’importante lavoro di ricerca di un team di esperti di Miane che ha deciso di “dare un contributo concreto ad un’azione civile che stimoli il lettore e il visitatore ad una conoscenza di maggiori sensibilità e responsabilità nella conservazione di un patrimonio ricco di arte e storia come quello del museo diffuso di Miane“.
Questo progetto di ricerca sulla religiosità popolare in tutto il Comune di Miane (sono ben 14 le chiese) si intitola, appunto, “Il museo diffuso di Miane” ed è stato realizzato attraverso la sinergia tra l’amministrazione Denny Buso, che lo finanzierà insieme a Banca Prealpi SanBiagio, e tutte le associazioni comunali insieme a parrocchia e Istituto diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei santi”: il Circolo culturale e ricreativo NOI “Don Primo Mazzolari”, le Pro loco di Combai e Miane, i comitati festeggiamenti di Campea, Premaor e Vergoman, il gruppo San Rocco di Visnà e la Contrada Forca.
Il progetto
Un lavoro stimolante e particolarmente atteso che è stato curato da Luigi De Biasi, Carlo De Mori, Gianantonio Geronazzo, Gaetano Mattiola, Lidia Rasera, Lorenzo Rizzi, Mirka Stella, Renato Sandel, Lucio De Zen, Michela Moro, Carlo Pilat, Franco De Biasi e Marta Piloni.
La pubblicazione, che vedrà la luce prossimamente, è una minuziosa descrizione e catalogazione artistico-fotografica delle 14 chiese di Miane (ciascuna descritta in altrettanti capitoli): la “chiesa madre” arcipretale di Miane, le parrocchiali di Campea, Combai e Premaor, le chiese di Vergoman, Visnà e via Cavalot, le chiesette campestri delle Serre, di Col Zanin e di San Pietro, la chiesetta alpina di Posa Puner e quella del cimitero di Miane, i santuari di Ronch a Combai e del Carmine.
Ogni capitolo comprende una cronologia storica, artistica e fotografica e un’illustrazione artistica di Carlo De Mori.
Argomenti di particolare interesse
La scoperta più interessante? Un affresco di 10 metri quadri realizzato dal pittore locale Augusto Da Forca, vissuto nel ‘400 e quasi sconosciuto, che si trova in una chiesa di Miane. Un affresco al momento “nascosto” alla vista dei visitatori che potrebbe presto essere riportato alla luce.
Altre bellezze artistiche pressoché sconosciute sono gli altari lignei del Seicento (ben nove e di pregiata fattura), che si sono “salvati” dopo l’indicazione del Concilio di Trento (1545-1563) in cui si consigliava fortemente di sostituirli con altari marmorei per evitarne il deterioramento. Questi altari lignei, realizzati dalle rinomate botteghe artigianali Ghirlanduzzi di Ceneda, Brustolon di Belluno e Sante Moretti di Cison di Valmarino, si trovano al Santuario del Carmine, nelle chiese campestri di San Pietro, Serre e Col Zanin e nelle chiese di Campea, Vergoman e Visnà.
Opere di rara bellezza che saranno oggetto di una specifica pubblicazione, insieme alla ricerca storico-artistica dedicata a campane, monumenti ai Caduti e “forme minori” di arte sacra come edicole, capitelli, croci, nicchie, affreschi murali, tavolette lignee ex voto, alberi sacri e molto altro.
Molto grato del lavoro svolto il sindaco di Miane, Denny Buso: “Il museo diffuso di Miane è un progetto in cui questa amministrazione comunale ha creduto fin dal principio, far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio artistico è impegno pregevole che ci siamo posti, per questo non possiamo essere che grati a questo gruppo di lavoro, alla parrocchia e a tutte le associazioni coinvolte”.
(Foto: per gentile concessione di Carlo De Mori – archivio Qdpnews.it).
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