“Le ferite lasciate dalla guerra, specialmente dalla guerra civile, e dal periodo post bellico, sono talmente profonde che si possono ricomporre solo se saremo capaci di una memoria condivisa. Crediamo perciò sia importante lasciare alle future generazioni la memoria di questi fatti, non per enfatizzarli o per fare propaganda come qualcuno ha voluto insinuare, ma affinché gli stessi non accadano più”.
Con queste parole il sindaco di Miane, Denny Buso, ha commentato le polemiche nate dopo la doppia manifestazione di ieri, domenica 14 febbraio, da una parte in cimitero con Continuità Ideale e Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Rsi, che hanno commemorato le 38 persone infoibate a Combai nel 1945 (qui l’articolo), e dall’altra l’Anpi, che a Campea ha omaggiato i 3 giovani uccisi da un rastrellamento nazifascista nel giugno 1944.
“Il Comune aveva intenzione di inviare un proprio rappresentante in cimitero – spiega Buso – ma poi abbiamo appreso della cerimonia dei partigiani concomitante per orario. A quel punto per l’amministrazione era impossibile mandare qualcuno, anche per i tempi stretti con cui siamo stati avvisati, oltre che per la concreta possibilità che la partecipazione ad una piuttosto che all’altra manifestazione venisse strumentalizzata. Questo ci ha portato, a malincuore, a rinunciare ad entrambe”.
“Sono però convinto – prosegue il sindaco – che non debbano essere le colpe a decidere sulla memoria collettiva. Perciò andrò personalmente, in settimana, a visitare entrambe le lapidi, con l’auspicio che in questo modo si possa condividerne il valore al di là dell’ideologia“.
“Ieri sera, infine, ho incontrato un rappresentante dell’amministrazione di Modugno (Bari), paese di origine del sottotenente della X Mas, Paolo De Benedictis – conclude -, infoibato a Combai a soli 25 anni e da tempo commemorato nella cittadina barese con l’intitolazione di una via e la posa di una lapide”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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