Numeri oltre le aspettative a Miane per i fascisti uccisi dai partigiani. Antonio Serena: “Un olocausto comunista”

miane fascisti 14.02.2021 4

 


“Siamo qui per ricordare i nostri martiri boicottati e offesi da quattro gatti dell’Anpi, noi non dimenticheremo mai l’olocausto comunista, chi nega non ha il coraggio di dire la verità e continua a seminare odio, è una vergogna offendere i morti dopo 76 anni”
.

Non le hanno mandate a dire le oltre 300 persone, giovani e meno giovani, provenienti da tutto il Veneto contro vari enti di Sinistra che, a loro detta, “hanno boicottato la manifestazione con offese vergognose” avvenuta questa mattina, domenica 14 febbraio 2021, nel cimitero di Miane per ricordare le 38 persone uccise a Combai, la notte tra il 7 e l’8 maggio 1945, da alcuni partigiani della Brigata Mazzini.

Il clima era teso anche perché l’amministrazione comunale di Miane ha comunicato questa mattina che non avrebbe partecipato all’evento, organizzato da Continuità Ideale – Rsi Treviso e dall’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana.

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In particolare l’ex senatore Antonio Serena nel suo intervento ha affermato: “Quattro gatti dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia, ndr) sono riusciti ancora una volta a imporre la loro volontà con le loro menzogne. Per la Sinistra non si doveva manifestare e, per l’ennesima volta, un’amministrazione di centro-destra si è fatta intimidire da coloro che negano la storia e che offendono dei ragazzi innocenti uccisi da dei delinquenti, responsabili di un olocausto comunista“.

“E’ questa la Resistenza? Erano questi gli ideali dei partigiani o erano dei delinquenti odiati da sempre in Veneto? – ha continuato – Qui a Combai, come a Saccol, hanno ammazzato dei soldati inabili alla guerra, che si erano arresi, ma che però custodivano milioni di lire dell’epoca e che quindi sono stati la causa della loro uccisione. Quei soldi dove sono andati a finire? Sono rimasti qui, sono nate aziende dove prima non c’era niente. I fatti sono avvenuti e allora perché quello che è successo in tutta Italia continua ad essere negato?”.

Noi oggi non siamo qui per ripristinare il fascismo, noi ci siamo ritrovati insieme soltanto per dare dignità a questi e a tutti i nostri morti, vergognosamente offesi da gente che da tre generazioni diffonde odio e paura – ha proseguito Serena -. Non vogliamo sconti da nessuna amministrazione comunale, vogliamo che abbiano il coraggio di dire o di accettare la dura verità di quella guerra civile, perché la storia non è quella che è scritta nei libri di scuola, perché chi ama la verità non ha paura di dirla”.

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Significativo anche l’intervento di Davide Tosca, consigliere del comune pugliese di Modugno, che ha percorso 2.000 chilometri in due giorni per ricordare il suo concittadino Paolo De Benedictis, 25enne sottoufficiale della Decima Mas che custodiva a Valdobbiadene il denaro del battaglione “Nuotatori Paracadutisti”. 

Sono felice di essere qui oggi – ha affermato Tosca -, con la speranza che anche qui ci possa essere la stessa pacificazione e l’amore per la verità che da noi esiste da tempo. Spiace non avere con noi una rappresentanza del Comune di Miane. Da noi, prima la Democrazia Cristiana e poi un’amministrazione Pd, hanno dimostrato grande rispetto per De Benedictis e per la sua orribile uccisione, intitolandogli una via e poi collocando una lapide nel cimitero comunale“.

Parole forti quelle emerse oggi in cimitero a Miane, perché definire “olocausto comunista” la resa dei conti partigiana dimostra che, a distanza di 76 anni dalla fine della guerra civile italiana, nessuno ha dimenticato. Alla stessa maniera la fazione opposta, che ha definito le oltre 300 persone arrivate a Miane “rottami che si rifanno alla Rsi e al governo di Salò in ricordo di militi traditori della patria”, non sembra essere da meno.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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