8 agosto 1956, 67 anni fa la tragedia di Marcinelle in cui morirono in miniera cinque veneti

67 anni fa la tragedia di Marcinelle
67 anni fa la tragedia di Marcinelle

Oggi si celebra la Giornata Nazionale del Sacrificio del lavoro italiano, istituita in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle avvenuta nella miniera di carbone Bois du Cazier in Belgio l’8 agosto del 1956.

Dei 262 minatori deceduti, a perdere la vita furono anche cinque veneti: Mario Piccin 37enne di Codognè, Guerrino Casanova 32enne di Montebelluna, Dino dalla Vecchia, 30enne di Sedico, Giuseppe Polese 22enne di Cimadolmo e Giuseppe Corso 35enne di Montorio Veronese.

Dei 275 operai entrati per il turno di lavoro uscirono vivi solo in 13: più di metà dei morti erano italiani (136, per la maggior parte abruzzesi), 95 erano belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 2 francesi, 3 ungheresi, un inglese, un olandese, un russo e un ucraino.

La tragedia fu causata da un errore umano. Rimasero senza via di scampo, soffocati dall’ossido di carbonio e braccati dalle fiamme. Le operazioni di salvataggio andarono avanti per due settimane, fino a quando, il 23 agosto, uno dei soccorritori diede l’annuncio, in italiano: “Tutti cadaveri”.

Serviva lavorare, faticare, lasciare patria e affetti in cerca di un futuro migliore, anche andando ogni giorno mille metri sotto terra a scavare, senza le protezioni e i sistemi di sicurezza che oggi sembrano così normali. Nei pozzi di Marcinelle c’erano i ventilatori che convogliavano e ripulivano l’aria per renderla più respirabile; ma furono proprio questi i motori della tragedia che si consumò alle 8.10 del mattino.

A quota -975 metri un vagoncino si sganciò dall’ascensore e tranciò la conduttura dell’olio; i cavi elettrici innescarono una fiammata enorme che fu alimentata dai ventilatori. Una tragedia che poteva essere dunque evitata.

In memoria dei lavoratori che hanno perso la vita, ogni anno in diversi Comuni viene ricordata questa giornata, lo scorso anno, ad esempio, a Codognè è stata inaugurata una targa in memoria del concittadino Mario Piccin.

“Fu una delle più grandi tragedie sul lavoro della storia – commenta il presidente della Regione Luca Zaia – Come ogni anno li ricordiamo con tristezza, affetto, stima, riconoscenza. Uomini poveri, uomini veri, che hanno portato in tutto il mondo la bandiera di un’emigrazione seria, rispettosa, disposta al sacrificio nei lavori peggiori, più pericolosi e umili, per dar da mangiare alle loro famiglie e per non rinunciare alla loro dignità”.

“Questa tragedia ha messo in luce come gli italiani siano stati trattati da merce di scambio, solo dei numeri e non esseri umani. Il piccolo monumento a Mario Piccin, posizionato l’anno scorso in Borgo Chiesa, è un segno del ricordo, perché la storia non va dimenticata” commenta il sindaco di Codognè Lisa Tommasella.

Anche Montebelluna ha celebrato la ricorrenza con la bandiera a mezz’asta. Nella miniera belga di carbone “Bois du Cazier” di Marcinelle morì a soli 32 anni, con una moglie e due figli, anche il montebellunese Guerrino Casanova, decorato con medaglia d’oro al merito civile nel 2005.

Nel 2018, il Comune di Montebelluna ricordò la tragedia di Marcinelle ospitando la mostra “Uomini in cambio di carbone. Storie di italiani nelle miniere del Belgio” promossa e organizzata dalla sezione dei Trevisani nel Mondo di Montebelluna con il patrocinio della Regione Veneto e del Comune di Montebelluna.

L’obiettivo era quello di far conoscere alle nuove generazioni le tragedie e le sofferenze di tante famiglie italiane che sono state costrette ad emigrare per sopravvivere alla povertà.

“Questa ricorrenza assume un doppio significato – commenta il sindaco Adalberto Bordin -. Da un lato ci permette di ricordare lo spirito di sacrificio e la speranza con cui molti italiani, e giovani in particolare, scelsero la strada dell’emigrazione all’estero alla ricerca di un futuro migliore. Il montebellunese Guerrino Casanova fu uno di questi”.

“Dall’altro – conclude – ci ricorda quanto la sicurezza sul lavoro sia un tema sempre attuale perché, seppure siano trascorsi 67 anni da quella tremenda tragedia in Belgio, il lavoro da fare per una cultura di prevenzione, consapevolezza e sicurezza nei luoghi di lavoro è ancora tanto”.

(Ha collaborato Andrea Berton. Foto: Wikipedia).
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