Addio a Ernesto Gai, vinse un mondiale con la Nazionale non udenti. Funerale in Lingua dei segni

Saranno celebrati domani, giovedì, nel Duomo di Pieve di Soligo i funerali di Ernesto Gai, che, beffa del destino, proprio venerdì avrebbe compiuto 86 anni. Nativo di Moriago della Battaglia, Gai trascorse gran parte della vita a Milano per fare ritorno nel Trevigiano negli anni Ottanta, a Pieve.

Tanti gli amici che Ernesto coltivò nella sua vita vissuta a pieno nonostante la sordità che l’ha accompagnato dalla nascita, sorte condivisa con l’amata moglie Adelina, anche lei non udente, che oggi lo piange assieme al figlio Maurizio con Veruscka e la nipote Marta.

Per volontà della famiglia domani al funerale sarà presente l’interprete Chiara Sipione, amica di famiglia – nota per aver affiancato il governatore Luca Zaia durante le conferenze in periodo di lockdown – che tradurrà in lingua dei segni (LIS) la cerimonia.

“La sordità non gli impedì di raggiungere grandi traguardi – racconta il figlio, ricostruendo le tappe principali della vita del padre Ernesto –. A vent’anni si trasferì a Milano per studiare lavorando prima in un laboratorio di fotoincisione e poi per una grossa compagnia assicurativa. Tornato a Pieve di Soligo, nell’85, entrò in forza all’Ulss 2 come coadiutore, ruolo che ricoprì fino alla pensione”.

Non solo: Ernesto Gai portò avanti negli anni una brillante carriera calcistica arrivando a vincere anche un titolo mondiale con la Nazionale di calcio italiana non udenti. “Mosse i primi passi nella Pievigina – prosegue Maurizio –: erano gli anni d’oro di Lucchetta e Toffolati. Trasferitosi a Milano entrò nelle file dell’Inter (che all’epoca aveva una squadra per non udenti) e poi in Nazionale vincendo un titolo mondiale battendo 4-0 la Svizzera in finale”.

“A Milano era molto attivo nell’ENS (Ente nazionale sordi) che al tempo aveva sede proprio davanti al Collegio Settembrini, dove studiava la mamma. I loro sguardi si incrociarono per la prima volta attraverso le finestre dei due istituti: fu così che scoppiò l’amore”.

Appassionato fotografo, Ernesto Gai collezionò una sfilza di premi: “Negli anni Ottanta l’allora sindaco di Milano Carlo Tognoli lo insignì dell’Ambrogino d’oro – conclude il figlio -, lo conserviamo gelosamente a casa assieme ai tanti premi vinti ai concorsi di fotografia”.

“Lo ricordo come una persona estremamente sensibile, dal sorriso dolce, che sapeva esprimersi bene anche nelle difficoltà. La comunità perde una buona persona” ha fatto sapere il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan unendosi al cordoglio dei familiari.

A quanti volessero dare l’ultimo saluto ad Ernesto, il funerale sarà celebrato domani, giovedì 15 febbraio con inizio alle ore 15 nel Duomo di Pieve di Soligo. Il Santo Rosario sarà recitato questa sera alle 19.30 in Duomo.

(Fonte foto: Onoranze Funebri Pederiva).
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