Nella frazione di Fratta, a Oderzo, sotto al campanile, c’è una fontana: quattro pilastri di pietra, una vasca, un muso di leone dal quale fuoriesce una serpe, dalle cui fauci sgorga l’acqua. All’apparenza, la fontana non sembra un artefatto particolarmente rilevante, ma dietro al suo nome si percepisce un passato interessante, fatto di timidi sguardi e di promesse per sempre.
“La Fontana degli Innamorati” si chiama così per un motivo semplicissimo: perché per la comunità contadina dell’epoca la messa della domenica mattina non era soltanto un rituale spirituale, ma anche una delle poche occasioni nelle quali era possibile incontrare altre persone.
Anche la più povera delle famiglie, magari con le scarpe in prestito e i vestiti cuciti in casa, cercava di mandare le proprie fanciulle ben vestite, pulite e pettinate, in modo che fossero belle e che potessero trovar marito il prima possibile, tra i banchi della chiesa. E così i giovanotti con la cravatta e il cappello.
L’amore, oggi come ieri, non sempre seguiva questi binari accademici e capitava che le brave ragazze, di famiglia devota e rigorosa, si trovassero fuori dalla chiesa a parlare con “i ragazzacci” della contrada più buia, che dalla loro avevano il coraggio e la spudoratezza di chi non segue le regole.
Nel caso di Fratta di Oderzo, parrocchia documentata già nel 1176, i ragazzi e le ragazze si innamoravano parlando sotto al campanile, vicini a quella fontana, che nel 2008 venne ripristinata.
“La fontana era stata abbandonata perché non all’epoca non funzionava – racconta uno di questi volontari. – Nel 2008 facemmo un’indagine per capire a che profondità si fosse rotto il tubo. Poi lo togliemmo dal terreno e lo riparammo, comunicando al Comune che l’avremmo sistemata a nostre spese.
“La ricordavo con quattro pilastri ottagonali. Noi invece ne avevamo solo due. Li cercammo a lungo, poi finalmente ne trovammo di abbandonati lungo il Monticano. Domandai al Comune di poterli avere e, quando ce li portarono, sistemammo questa fontana riportandola nel punto originale”.
Ma c’è anche un enigma nelle immediate vicinanze della fontana: un pesante blocco di pietra riporta uno stemma che, secondo alcuni, potrebbe essere riconducibile alla potente casata degli Ezzelini, proveniente dall’altra parte della Marca, oltre il confine vicentino.
Secondo alcuni residenti, la parte più storica della tranquilla frazione di Fratta nasconderebbe altri segreti: si dice per esempio che dalla chiesa dedicata a san Filippo e san Giacomo apostolo vi sia un tunnel segreto, che correrebbe da qualche parte dalla chiesa sotto la via Comunale fino a un pozzo oggi scomparso in mezzo ai vigneti.
Per accertarlo sarebbe necessario fare ulteriori verifiche: si sa quanto nei piccoli paesi la verità si mescoli alle storie di fantasia, magari raccontate alla fontana dopo la messa per impressionare una ragazza.
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