Si è svolto venerdì scorso nella sede parrocchiale del Duomo di Oderzo l’incontro “Il volontariato al centro” promosso da Anteas Treviso e dall’associazione culturale Zona Franca e rivolto a organizzazioni e associazioni locali del terzo settore. La serata di dibattito ha posto al centro i bisogni e le opportunità del mondo associativo opitergino-mottense.
“Dopo la pandemia molte associazioni hanno perso entusiasmo – ha spiegato la presidente di Zona Franca Barbara Turcolin -. Questa è l’occasione per ritrovarci tutti assieme e riflettere sul futuro, lasciandoci alle spalle la demoralizzazione portata dal Covid. Solo facendo rete potremo ritrovare slancio e riscoprire la nostra vocazione sociale“.
Nel corso della serata è stato presentato l’esito di un questionario a cui hanno partecipato oltre 400 associazioni di 82 Comuni della Marca. Dall’indagine è emersa una fotografia del mondo associativo opitergino-mottense dove sono attive almeno 80 realtà di volontariato.
Fra quelle che hanno preso parte al sondaggio, solo il 9% conta più di 5 volontari, mentre appena il 10% dichiara di collaborare abitualmente con enti pubblici (Comuni, Ulss, scuole, Regione) e con soggetti profit. Dall’indagine emerge anche che le associazioni locali iscritte al Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) sono in netta minoranza. La mancata iscrizione, non obbligatoria, limita l’attività delle associazioni, ad esempio nella partecipazione ai bandi.
Dal sondaggio dunque emerge un mondo del volontariato presente capillarmente sul territorio opitergino-mottense che tuttavia fatica a fare rete vista la mancanza di un coordinamento, ovvero un soggetto formato dalle stesse associazioni che coordini questo mosaico di piccole realtà, fornendo anche una consulenza su aspetti tecnici essenziali che servono ad un’associazione per sostenersi (ad esempio l’iscrizione al Runts).
Anche Alberto Franceschini, presidente di Anteas Treviso ed ex numero uno del Csv Treviso, ha sottolineato la necessità di “potenziare coordinamento e formazione, partendo dallo sviluppo di competenze amministrative, quali redigere un bilancio e in generale ‘far quadrare i conti’. Più competenza, maggiore sinergia con il pubblico e fare rete, è ciò che serve oggi per rilanciare il volontariato rendendolo un mondo più attrattivo anche per i giovani”.
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