Il triste primato dell’Italia nell’importazione illegale di cuccioli: a Oderzo presentato il drammatico fenomeno delle “puppy farm”

Il convegno sul randagismo avvenuto ieri a Oderzo

L’Italia è il primo Paese per importazione illegale di cuccioli in Europa: questa triste realtà è stata descritta con competenza e precisione in occasione del convegno “Traffici e randagismo” andato in scena ieri, domenica 26 febbraio, nell’auditorium di Palazzo Moro a Oderzo.

Il convegno è stato organizzato dall’associazione culturale “Radio Cinofilia” con il libero patrocinio del Comune di Oderzo.

Sono intervenuti Veronica Cucco di Radio Cinofilia, l’allevatore Claudio Salamon e Valeria Portolan.

Veronica Cucco interviene sui traffici dei cani

Durante l’incontro si è parlato delle varie movimentazioni di cani dal sud al nord dell’Italia, dal Bel Paese all’estero e viceversa oltre al noto fenomeno dei traffici dall’est Europa.

“I cuccioli di dubbia provenienza sono tutti meticci – ha affermato Cucco – e non potranno mai avere il pedigree, se non illegalmente, attraverso un allevatore riconosciuto oppure attraverso associazioni che emettono documenti falsi”.

Drammatico il fenomeno delle puppy farm”, dove le cagnoline destinate alla riproduzione vivono in condizioni che pregiudicano in modo pesante il loro benessere.

Le Puppy Farm pregiudicano pesantemente il benessere dai cani

I cuccioli di dubbia provenienza spesso finiscono nei negozi di animali, dagli allevatori riconosciuti, sui social o nei siti di vendita, in autostrada o nei luoghi pubblici.

Salamon si è concentrato sul codice etico dell’allevatore di cani Enci (Ente nazionale cinofilia italiana), sottolineando l’importanza di fare attenzione ai pedigree e alle associazioni false.

“L’allevatore etico rispetta lo standard di una determinata razza – ha spiegato Salamon -. Quando acquistiamo un cane acquistiamo il sacrificio e la storia di quell’allevatore e di chi è arrivato prima di lui. In Italia abbiamo 16 razze italiane, dal Volpino Italiano al Maltese, riconosciute dall’Enci. Lo scopo è mantenere lo standard della razza per evitare di portare avanti dei cani che possono trasmette delle malattie. L’allevatore etico deposita il Dna dei propri cani e rispetta il riposo delle fattrici”.

“Il benessere del cane parte dal rispetto dello stesso – continua – e i cuccioli devono essere allevati con determinati criteri. Per esempio, è inammissibile lasciare un cucciolo 8 ore da solo. Ogni volta che do via uno dei miei cuccioli è come se lasciassi andare un pezzo del mio cuore. La cultura cinofila non si improvvisa ma si costruisce con il tempo. I ‘cagnari’ sono l’opposto di un allevatore e fanno leva su alcuni fattori come il sentimentalismo delle persone che purtroppo ci cascano”.

L’intervento di Claudio Salamon sull’etica dell’allevatore

Durante il convegno si è spiegato che il ‘cagnaro’ non fornisce pedigree, alleva molte razze e non fa test sanitari sui propri cani.

Portolan ha parlato delle cause che hanno portato al sovraffollamento nei canili e delle adozioni consapevoli, sfatando alcune leggende metropolitane.

“Esistono due tipi di canili – spiega Portolan -, il canile sanitario e il canile rifugio. In Italia abbiamo 1200 canili: 434 canili sanitari e 766 canili rifugio. La diffusione sul territorio italiano è 44% al Sud, 19% al Centro e 37% al Nord. Nel 2021 ci sono stati 72.115 ingressi. Ogni canile riceve una media di 150 euro al mese per ogni cane che rimane circa per 7 anni. In questi luoghi i cani spesso vivono molto male. Sono state riscontrate presenze di gabbie insufficienti per dimensioni e numero con escrementi ovunque, senza dimenticare la carenza di personale”.

Portolan ha ribadito che la soluzione a questi problemi parte dalla base: “Se non ci sono cultura e istruzione non possiamo cambiare la situazione”.

In conclusione, Cucco ha parlato della presenza in Italia di vere e proprie associazioni a delinquere che si arricchiscono sulla pelle dei cani, sottolineando l’importanza di denunciare in modo corretto gli autori di questi comportamenti illeciti chiedendo alle autorità competenti di bloccare anche i social di queste persone che cercano visibilità con ogni mezzo.

Un problema affrontato durante l’incontro è stato quello del vuoto normativo sul quale intervenire per rendere maggiormente efficace il contrasto ai traffici illegali.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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