Molte le persone presenti sia all’interno che all’esterno della chiesa di Orsago nel pomeriggio di oggi mercoledì per dare l’ultimo saluto a Margherita Lotti, la ragazza di soli 30 anni deceduta nella notte tra il 23 e il 24 dicembre scorsi in seguito a un incidente stradale avvenuto a San Vendemiano.
Presenti alla cerimonia, oltre ai familiari, il sindaco Fabio Collot, i numerosi amici, il gruppo Scout di cui Margherita ha fatto parte nell’adolescenza e i compagni di classe che negli anni l’hanno accompagnata negli studi fino alla laurea all’Accademia delle Belle arti di Venezia.
Nessun riferimento durante il rito funebre né da parte del celebrante e parroco di Orsago, monsignor Mario Casagrande, né dal concelebrante e collaboratore parrocchiale don Alessio Magoga alla dinamica dell’incidente in seguito al quale Margherita ha perso la vita precipitando dal cavalcaferrovia della Pontebbana dopo lo schianto subìto dalla sua Citroen tamponata da un’Alfa Romeo guidata da un 53enne coneglianese, poi risultato positivo all’alcoltest.
Un ricordo indelebile della passione di Margherita per l’arte rimarrà per sempre racchiuso nell’aula magna della Scuola media di Orsago realizzato dalla terza media, classe 1991, proprio l’anno di nascita di Margherita. “La scuola è apprendere e gioire, è scritto in quest’opera d’arte – ha ricordato durante l’omelia don Magoga – e Margherita si è impegnata particolarmente in questa realizzazione. Sappiamo che i suoi compagni di quell’anno hanno realizzato un cartoncino con le loro firme e che nel cartoncino gli amici di scuola hanno voluto anche aggiungere questa frase: ‘come si sono mantenuti vivi i colori del nostro murales così sarà per i ricordi dipinti con te, indelebili’. Questi colori parlano di vita e di gioia, esprimono bellezza e amore per l’arte che assieme all’amore per il bello hanno caratterizzato la sua esistenza”.
Passione per l’arte e gioia per la vita ribadite anche da Vanessa, Chiara, Giovanna e Sara, amiche di Margherita al di fuori della chiesa prima che il feretro proseguisse per il cimitero: “Tu ci hai sempre insegnato che la vita è noiosa se non la si insaporisce con un pizzico di originalità. Attraverso la tua arte ci hai mostrato come dovremmo transitare dall’età infantile a quella adulta tenendo per mano il mondo del gioco e dell’immaginazione. Ci hai fatto riflettere su quanto sia importante rimanere fedeli a se stessi in un mondo che muta repentinamente e ci spinge all’omologazione”.
“La vita di Margherita – ha ricordato don Magoga – è sempre stata propensa alla sua passione per l’arte, coltivandola in modo assiduo senza dimenticare però la concretezza della vita quotidiana. A Orsago ci sono anche altri murales che portano traccia di questa sua passione, come quello alla stazione ferroviaria e ora, per chi li guarderà, diventeranno ricordo di Margherita”.
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