Il teste del Ruby-ter: “Giovanna Rigato chiese un milione a Berlusconi”. La soubrette orsaghese: “Richiesta di risarcimento, non estorsione”

Giovanna Rigato si sarebbe presentata nella primavera del 2017 ai cancelli di Villa San Martino ad Arcore pretendendo di vedere Silvio Berlusconi. E quando le dissero che il presidente non c’era, avrebbe consegnato un biglietto indirizzato a lui: “C’era scritto che voleva 1 milione di euro – entro sette giorni altrimenti ognuno si prende le sue responsabilità – ”. A dirlo in tribunale Roberto Sileno, ex coordinatore, ora in pensione, del servizio di vigilanza della residenza monzese, chiamato come primo testimone della difesa in aula durante il processo Ruby-Ter che vede Berlusconi imputato insieme ad altre 28 persone, tra le quali molte “olgettine” e la stessa Rigato.

Accuse che la soubrette originaria di Orsago respinge con forza: “Non ho mai tentato di estorcere denaro a nessuno e tanto meno a Silvio Berlusconi, che ho sempre stimato e stimo tuttora – spiega -. Quella richiesta era frutto di una trattativa per un risarcimento danni che ho patito a causa dei processi. Sono comunque serena e affronterò in aule le accuse del Ruby-ter e quelle di Monza”.

La 40enne, che ha iniziato la sua carriera nel mondo televisivo con la partecipazione al Grande Fratello nel 2006, è ritenuta una delle giovani e avvenenti starlette che presero parte ai “Bunga Bunga”, e aveva sempre detto: “Non ho mai visto nulla di scandaloso, quelle erano solo cene eleganti”.

Quella versione avrebbe iniziato a scricchiolare nel corso degli anni, e la trevigiana avrebbe minacciato di rivederla nel caso in cui Berlusconi non avesse accolto la sua richiesta di denaro.

Sileno non ha avuto mezze misure nel puntare il dito contro di lei, raccontando ai giudici come si sarebbe presentata, accompagnata da un amico, pretendendo di vedere Berlusconi e di fronte al rifiuto gli avrebbe consegnato l’inequivocabile biglietto nel quale chiedeva un incontro urgente: “Per quel pagamento da un milione, spalmato su 7 anni, nel quale erano indicate anche le scadenze e le coordinate bancarie. Si era presentata con un uomo straniero”.

Queste le dichiarazioni rese dall’uomo durante il processo che vede Rigato imputata per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. “Non avrei mai tentato di estorcere denaro al presidente che tuttora stimo – replica però Rigato -, quella era una richiesta di risarcimento per i danni d’immagine che ho subito finendo coinvolta nei processi Ruby uno, due e ter. Sono finita alla sbarra con accuse pesantissime che hanno avuto effetto sulla mia carriera televisiva e su quella di giornalista pubblicista”.

La 40enne precisa anche che l’uomo straniero che l’ha accompagnata “è un broker che tuttora lavora a Londra per importanti gruppi finanziari, e il cui curriculum era allegato al biglietto. Un professionista che non si sarebbe mai prestato a fare una cosa simile. Quella richiesta non era un’estorsione, ma il frutto di una trattativa che era in corso ed era successiva a una serie di incontri precedenti”.

Incontri con Berlusconi che, secondo Rigato, sarebbero serviti a decidere in merito al presunto risarcimento danni. “Il riferimento a quel foglio fatto da Sileno in aula – spiegano infatti i suoi avvocati Corrado Viazzo e Stefano Gerunda -, non definisce in maniera completa la condotta della nostra assistita, che non è stata estorsiva, ma è solo l’epilogo di una vicenda più complessa e dolorosa, che è al vaglio della magistratura monzese e sulla quale avremo modo di sentire Silvio Berlusconi che è stato citato a comparire in aula, come testimone e parte offesa, dalla pubblica accusa nella prossima udienza del 15 febbraio”.

(Foto: web)
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