Dang Thi Em ha lasciato la vita terrena. Arrivò in Italia come rifugiata politica dal regime comunista vietnamita

Dang Thi Em

“Questo non è un addio: è un arrivederci…”: queste parole sono state scritte nell’epigrafe di Dang Thi Em, arrivata in Italia con tutta la famiglia il 24 dicembre del 1983 come rifugiata politica dal regime comunista vietnamita.

La donna si è spenta la sera di lunedì 19 febbraio all’ospedale di Montebelluna.

Al suo arrivo in Italia nel 1983, Dang Thi Em era stata accolta con affetto dalla Caritas e dalla comunità di Pederobba che è stata ringraziata dalla sua famiglia per gli anni di pace vissuti nella Marca Trevigiana.

A piangerla i figli, i nipoti e i parenti più stretti: Le Thi ThuNga, Le Thi ThuThu, Le Ngoc Phuc, Le Ngoc Khanh, Le Ngoc Minh, Le Ngoc Hung, Nguyen Huy Nghiem Andrea, Nguyen Huy Lam Alessio, Nicola Facchin, Rossana Minh Chau Facchin, Luciano Facchin, Nguyen Minh Tam, Tran Thanh Loan ed Elisa.

L’ultimo saluto a Dang Thi Em sarà dato sabato 24 febbraio, dalle ore 9 alle 10.30, all’obitorio di Montebelluna in via Legrenzi. Si proseguirà per la sepoltura nel cimitero della città.

L’anziana signora era la madre di Le Thi Thu Thu, profuga vietnamita che a Pederobba ha trovato l’amore e ha sposato Luciano Facchin, padre dei suoi due figli.

In Vietnam, precisamente nel Vietnam del Sud, la sua famiglia si reggeva sul lavoro del padre, che esportava alberi in Giappone.

Con l’arrivo dei comunisti del Vietnam del Nord nel 1975, purtroppo, le cose sono cambiate e il regime ha iniziato a controllare ogni aspetto della vita dei cittadini, anche quello che si metteva nel piatto, e a fare delle indagini per conoscere il passato delle persone e capire se ci fossero dei legami con il precedente governo del Vietnam del Sud, appoggiato dagli Stati Uniti.

Il mercato libero aveva cessato di esistere e tutto doveva rientrare in quello che Thu Thu ha chiamato “cooperativa del governo”, che era sotto il controllo del regime comunista.

Le violenze erano all’ordine del giorno e molte persone dovevano nascondere la loro identità, continuando a modificare i dati personali nel curriculum per paura di essere considerati degli oppositori del nuovo governo.

La gente ha iniziato a fare la spia, accusando altre persone di tradimento nei confronti del regime e segnalando perfino i propri vicini di casa; nella famiglia di Thu Thu, per sopravvivere, si è iniziato a perdere il valore dell’onestà perché dire la verità poteva rappresentare una condanna a morte.

Ad un certo punto, purtroppo, suo padre è stato costretto a nascondersi, senza poter più lavorare, perché era stato condannato a morte.

Non lavorando più, in poco tempo i soldi in casa sono terminati e la moglie ha pensato di farla finita, proponendo al marito di comprare per la sera di Capodanno del buon cibo per i bambini e di metterci dentro del veleno per porre fine a tutte le loro sofferenze.

Fortunatamente il padre si è fatto coraggio ed è uscito dal buio per cercare un’occupazione: dopo un anno di lavoro saltuario la polizia comunista lo ha arrestato con motivi sconosciuti alla famiglia.   

L’uomo è riuscito ad uscire dalla prigione con la promessa di fare la spia per il governo ma, dopo averlo fatto per un po’ di tempo, ha capito che non poteva andare avanti così ed è scappato.

Nel 1980 è riuscito a raggiungere con due figli la Malesia, dove ha incontrato un sacerdote italiano che poi li avrebbe aiutati ad arrivare in Italia nella quale, grazie al ricongiungimento famigliare, avrebbe potuto salvare in poco tempo tutti i suoi cari.

In quel periodo la sua famiglia non ha avuto notizie del congiunto per quasi un mese, e la paura era molta perché circa un milione di vietnamiti sono scappati dal loro Paese e la metà sono morti in mare.

Il padre di Thu Thu non voleva che lei e sua sorella prendessero la nave per arrivare in Malesia: nel golfo del Siam i pirati thailandesi e i pescatori, infatti, in più di un’occasione bloccavano le imbarcazioni, rendendosi protagonisti di violenze e stupri nei confronti delle donne che fuggivano dal Vietnam.

Fortunatamente lei, dopo un po’ di anni, è riuscita a raggiungere il padre e in Italia ha trovato la sua fortuna.

Nella fabbrica di occhiali dove lavorava ha incontrato il suo futuro marito, e il giorno delle nozze il signor Facchin ha indossato anche un abito tradizionale del Vietnam mentre Thu Thu era vestita di bianco, il colore della pace che finalmente aveva conquistato dopo tanto dolore.

Video realizzato da Qdpnews.it – Quotidiano del Piave sulla storia di Le Thi Thu Thu

(Foto: Onoranze funebri Valentino Spada).
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