“Palio dei 100 Orizzonti” di Asolo: anche una squadra di Pederobba ricorderà l’arrivo della regina Cornaro

Un’agguerrita squadra di Pederobba è pronta a gareggiare al “Palio dei 100 Orizzonti” di Asolo, manifestazione che ogni estate rievoca l’arrivo in città della regina di Cipro Caterina Cornaro nel 1489. Quest’anno la competizione si terrà il 30 giugno 2019.

La gara che il team di Pederobba dovrà affrontare consiste in una corsa di circa 1 km, dal Foresto Vecchio al centro storico di Asolo, dove quattro atleti tireranno una biga sulla quale si trova un’ancella.

La squadra di Pederobba (nella foto)  è composta dall’ancella, Marika Stefanin, e dagli atleti Filippo Parisotto e Dario Richiedei (capi squadra), Luca Alba, Martino Cozza, Mattia Fioretti, Luca Giacometti, Denis Mondin e Riccardo Zanesco.

L’equipaggio si presenta come squadra ufficiale del Comune di Pederobba, il cui referente è Fabio Maggio, consigliere comunale con delega alle attività sportive, che da sempre ha supportato e incentivato l’iniziativa per il suo valore sportivo e di unione con gli altri comuni dell’Asolano.

Gli atleti provengono da diverse discipline sportive e hanno un’età che va dai 25 anni ai 40 anni. Sono tutti accomunati da una grande passione per la corsa che li ha portati spesso a fare gare, in particolare trail, o altre competizioni come il palio.

Secondo i componenti della squadra, proprio la passione e la “pazzia” di questa tipologia di gare hanno creato un gruppo che ormai si è consolidato da un po’ di anni, per soffrire e gioire insieme negli allenamenti e nella gara.

“Dal punto di vista atletico – spiega Dario Richiedei, un componente della squadra – la gara è un mezzofondo, circa 1 km, con grande dispendio di energia e di forza per la presenza della biga con ancella (la struttura pesa in tutto circa 150 kg) e delle elevate pendenze del Foresto Vecchio di Asolo, con punte prossime al 20%. Proprio per questo, la preparazione richiede sia lavori di resistenza che lavori di potenziamento con ripetute in salita, brevi scatti di 80-100 m alla massima velocità o circuiti con variazioni di ritmo (“fartlek” in gergo tecnico)”.

“Spesso si fanno anche degli allenamenti – prosegue Richiedei – un po’ particolari che destano sempre dell’ilarità in chi li vede e non conosce la gara: tirare dei carri, magari vecchi carretti agricoli, oppure tirare un altro atleta a “peso morto” su una bicicletta, imbrigliati con delle cinghie. Dal punto di vista emotivo, i circa 4 minuti della gara sembrano sempre un’infinità che noi ormai esorcizziamo, con il poco fiato che resta, gridando: “Vai che spiana!!” ”

“Quando la salita in realtà si fa più dura – conclude Richiedei – io e altri compagni pensiamo: “Chi me l’ha fatto fare? Il prossimo anno molliamo tutto”. Poi, finita la gara e recuperato un minimo di energie, ci diciamo sempre che il prossimo anno faremo ancora meglio!”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Imagica Studio).
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