Pederobba, ieri posa della prima pietra del Centro Sabbione. Rizzotto: “Fiore all’occhiello in Veneto”

Nonostante un parterre ristretto per le restrizioni legate al Covid19, non sono mancate le presenze istituzionali alla posa della prima pietra di ieri pomeriggio, sabato 17 ottobre, del nuovo Centro Cav. Sabbione, la nuova struttura che aumenterà la ricettività degli ospiti nella già esistente struttura sanitaria di Pederobba.

All’assenza del presidente della Regione Luca Zaia, la consigliera regionale Silvia Rizzotto nel portare i suoi saluti, ha sottolineato come questa nuova struttura sanitaria rappresenti un fiore all’occhiello nel Veneto.

Presente il sindaco di Ponte di Piave, Paola Roma presidente della conferenza dei sindaci, con i colleghi Turato e Rugolo per Pederobba e Cavaso del Tomba, mentre per la Provincia, Albino Cordiali, gli onorevoli Ingrid Bisa e Raffaele Baratto, con quest’ultimo che ha voluto elogiare il grande lavoro degli operatori sanitari in questo difficile momento.

Pederobba inaugurazione2

Non poteva mancare il presidente dell’Inail Franco Bettoni che ha parlato di lungimiranza da parte dell’Ente in questo progetto, e la testimonianza di un fedelissimo operatore dell’Ente, Fabio Buzziol.

Infine il presidente Agostino Vendramin ha elogiato il “lavoro di squadra” che parte da lontano in questo nuovo progetto, sottolineando che la struttura a breve potrà contare su 30 posti nell’ospedale di comunità.

La benedizione del parroco di Pederobba don Paolo Bonato, prima della posa della prima pietra in attesa della fine dei lavori, realizzati dalla ditta Emaprice previsti per la fine del prossimo anno, mentre il progetto è opera dello Studio Andreatta di Asolo.

Il consiglio di amministrazione delle Opere Pie d’Onigo, approvò il progetto definitivo di riqualificazione di Casa Sabbione nel 2013 sotto la presidenza di Albino Bistacco.

Un progetto suddiviso per lotti e stralci in base alle previsioni di disponibilità finanziarie di quel periodo.

Un anno dopo il cda presieduto dall’attuale presidente Agostino Vendramin aveva approvato il progetto esecutivo, e nel 2016 veniva approvata la gara d’appalto per la realizzazione dell’opera.

Il primo lotto dei lavori è costituito dalla nuova ala che andrà ad occupare quella parte di struttura precedentemente demolita.

Il nuovo edificio è costituito da un piano seminterrato, e due piani fuori terra. Per accedere al resto della struttura sarà realizzato un tunnel interrato che collegherà a nord l’area degli alloggi protetti, con un proprio ascensore, e da una passerella al primo piano con funzioni di collegamento di servizio.

Al piano terra verrà attivato un nucleo da tenta posti con 10 camere a due letti e altrettante da un letto. Le zone comuni del nucleo sono costituite da un soggiorno, da un servizio igienico, con doccia attrezzato per i portatori di handicap, da una sala pranzo collegata ad una cucinetta-office.

Il secondo nucleo posto al primo piano è identico a quella del piano inferiore, dotato a nord da una passerella area chiusa e riscaldata, che permette di sorvegliare nelle ore notturne gli alloggi autonomi dell’edificio, che prende il nome di “Condominio di via Roma”.

Per quanto concerne le fonti di calore, e l’approvvigionamento di energia elettrica verrà installato sul tetto un impianto fotovoltaico che andrà ad alimentare gli impianti di riscaldamento.

Nel piano seminterrato verranno ricavati gli spogliatoi per il personale, la nuova lavanderia, una palestra, ed una sala polivalente/soggiorno.

L’importo dell’opera è di 8 milioni e 200 mila euro per la maggior parte (7 milioni e 800 mila) finanziato dall’Ente delle Opere Pie.

Al suo completamento, la struttura verrà acquistata dall’Inail a fronte di una precedente operazione immobiliare, affidando nel contempo la gestione all’Ente pederobbese, con un contratto di affitto stipulato per la durata di 36 anni.

I soldi ricavati dall’alienazione verranno utilizzati, in accordo con la Regione Veneto, per il finanziamento del secondo lotto che prevede la riqualificazione della parte ovest di Casa Sabbione.

La struttura prende il nome dall’amico personale della Contessa Teodolinda d’Onigo, e stimato dalla madre Caterina Jaquillard che gli affidò la gestione dell’intero patrimonio degli Onigo.

Nominandolo a sua volta esecutore testamentale e procuratore del nuovo ente morale le Opere Pie d’Onigo, del quale fu il primo presidente dal 1909 sino alla sua morte nel 1925.

(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Foto Ottica Comaron).
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