Pederobba, macabro scenario in via Cal Granda a Covolo: resti di conigli scuoiati gettati tra i filari

Resti di conigli scuoiati gettati tra i filari è il macabro scenario che si è trovato davanti un cittadino che questa mattina, in via Cal Granda a Covolo di Pederobba, ha immortalato la scena pubblicando le foto sul principale gruppo Facebook del paese.

Non ha usato mezze misure il sindaco Marco Turato, definendo il fatto uno “schifo” e ribadendo, come affermato di recente in occasione dell’ennesimo abbandono illecito di rifiuti in paese, che “non c’è limite all’ignoranza e all’inciviltà”.

Risulta difficile capire o giustificare la condotta di chi ha scelto di gettare ciò che restava degli animali in quella zona di campagna, senza smaltirli come il buon senso ha sempre insegnato a chi da secoli svolge questo tipo di azioni.

Invece, anche nell’Alta Marca Trevigiana, si continuano a documentare scempi ambientali e scene raccapriccianti che denotano la totale mancanza di senso civico e di rispetto da parte di chi pensa di non dover sottostare a nessuna regola, restando sempre impunito.

In questa vicenda, però, non colpisce tanto l’aspetto dell’eventuale sanzione, ma la mancanza totale delle basi dell’etica e del buon senso che dovrebbero spingere le persone a non comportarsi in questo modo.

Recentemente, una carcassa di un grande animale era stata abbandonata in un corso d’acqua di Valdobbiadene per non parlare di tutte le segnalazioni che continuano ad arrivare da boschi e campagne della Destra e della Sinistra Piave.

Un tempo il contadino aveva più rispetto della natura e degli animali: anche quando li uccideva per il consumo domestico, un “rito” antichissimo al quale al giorno d’oggi in pochi vogliono assistere perché preferiscono pulirsi la coscienza prendendo la carne già pronta al supermercato o in macelleria (dove altre persone hanno fatto il “lavoro sporco” al posto loro), l’approccio era distaccato ma attento a quelle regole non scritte che chi conosce veramente la campagna rispetta con naturalezza.

Certamente non saranno gli insulti nei social a fermare comportamenti simili, ma l’opinione pubblica è sempre più attenta e spesso i responsabili di queste azioni ottengono quello che meritano.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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