Piano antenne intercomunale per regolare l’installazione dei sistemi 5G: otto i Comuni coinvolti

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Dal Comune di Pederobba, capofila del progetto, arriva il primo regolamento nazionale sul tema della tecnologia 5G che ha coinvolto 7 comuni trevigiani e un comune bellunese.

Oltre al comune ai piedi del Monfenera, infatti, sono coinvolti in questo “Piano Antenne Intercomunale” anche i comuni di Alano di Piave, Segusino, Cavaso del Tomba, Castelcucco, Possagno, Monfumo e Cornuda.

Grazie a questo regolamento, nel territorio di questi comuni non ci potrà essere una proliferazione incontrollata della tecnologia 5G, sia su suolo pubblico che privato, perché sarà necessario mettersi ad un tavolo con le amministrazioni coinvolte per trovare una soluzione che abbia come obiettivo principale la tutela dei cittadini.

Come spiegato questa mattina dall’assessore pederobbese Fabio Maggio, che ha illustrato alla stampa il progetto alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni degli altri comuni coinvolti, l’approccio scelto parte dal principio di precauzione e dalla salvaguardia della salute delle popolazioni che potrebbero essere interessate dall’installazione di queste tecnologie, senza nessuna volontà di frenare lo sviluppo tecnologico.

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Volendo ricostruire la vicenda, il “Decreto Semplificazioni” di luglio ha dichiarato il “5G” un servizio pubblico e come tale necessario, costringendo molti sindaci a correre ai ripari revocando le ordinanze che vietavano l’installazione delle antenne.

Il provvedimento del governo aveva messo in difficoltà le amministrazioni locali che, oltre a dover dare delle risposte ai loro cittadini, si sono trovate in balia delle grandi compagnie telefoniche pronte a partire con la sperimentazione.

Ora i sindaci non hanno più la possibilità di opporsi all’installazione delle antenne se queste rispettano i limiti di emissione dei campi elettromagnetici, ma possono adottare regole che minimizzino l’impatto per i propri cittadini attraverso la fondamentale competenza di pianificazione urbanistica degli impianti.

Questo è quello che hanno fatto gli otto comuni interessati dal regolamento, il primo di questo tipo in Italia, dimostrando ancora una volta la lungimiranza politica e l’attenzione alle esigenze e alle necessità dei cittadini in un periodo in cui sembra che solo il covid possa fare notizia.

“L’azione sarà divisa in due – spiega l’assessore Maggio – In una prima fase procederemo con la redazione del piano e del regolamento che saranno rivolti alla minimizzazione del rischio di esposizione della popolazione alle fonti di inquinamento elettromagnetico e allo sviluppo sicuro, coerente e ordinato delle infrastrutture di telecomunicazioni. Nella seconda, abbiamo previsto dei servizi di monitoraggio e controllo delle emissioni in loco, per cui servono tecnologie avanzatissime non ancora in dotazione alle strutture di controllo pubbliche”.

Gli otto comuni hanno stabilito anche un cronoprogramma che prevede la definizione del piano e del regolamento nel termine di sei mesi.

Con la conclusione del progetto, gli operatori telefonici dovranno necessariamente sedersi al tavolo delle amministrazioni comunali che avranno la possibilità di definire le zone sensibili (come scuole, asili e case di riposo) e di stabilire dove poter installare o non installare le antenne, fissando anche un canone annuale che verrà reinvestito in opere e servizi pubblici.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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