È mancato il professor Tullio Andreatta, stregato dalla natura, conosceva a memoria la Divina Commedia

Tullio Andreatta

Tullio Andreatta, mancato oggi, venerdì 5 aprile, dal suo amato paesino di Fietta a novant’anni, custodiva un talento incredibile: da studente, per qualche ragione, si era messo in testa di imparare a memoria ogni mattina, prima di iniziare la giornata, un brano tratto dai canti della Divina Commedia. Verso dopo verso, pagina dopo pagina, canto dopo canto, era arrivato a conoscerla tutta per intero, a memoria. 

E anche crescendo, diventando insegnante agli Istituti Filippin di Paderno, non l’aveva mai dimenticata del tutto: non che vantasse mai questa sua capacità con gli altri, era anzi qualcosa che sentiva suo, che custodiva segretamente, come l’amore per la natura e per la montagna, per la comunità e per la famiglia.

Nato a Ponte di Piave, il professor Andreatta si trasferì con la famiglia a Fietta, ai piedi del Monte Grappa, che divenne in fretta una passione: per una carriera si impegnò ai Filippin, dove diverse generazioni di ex alunni si ricordano di lui e della sua didattica visionaria e informale, capace di invitare gli studenti a un rapporto con lui che fosse libero ma responsabile. 

Divoratore insaziabile di libri, insegnò greco (la sua materia preferita) latino e italiano. “Gli è sempre piaciuto l’insegnamento su campo – spiega suo figlio Angelo, – e ha sempre creduto nell’importanza della famiglia e della comunità”.


In tutto il Comune di Pieve del Grappa ricordano il professor Andreatta per la sua intensa vita associativa: non effettuò mai il servizio di leva a causa di un incidente in montagna da giovane, ma contribuì a redigere gli albi e i saggi sulla storia delle associazioni d’arma del paese. 

Stregato dalla natura in ogni suo aspetto, contribuì assieme a un gruppo escursionistico a decine di iniziative legate alla riscoperta di sentieri e località sul Grappa, comprese le ferrate sul Grappa, con un approccio alla natura che anticipava il movimento ecologista contemporaneo. Apprezzava in particolare alcuni sentieri, come il percorso dei “Sass Brusai”, che percorse ancora e ancora finché ne ebbe le forze. 

“Un aspetto che lo caratterizzava, come mi sono sentito dire spesso da chi l’ha conosciuto al di fuori della nostra famiglia, era questo sorriso volante, che ricambiava spesso, come segno di considerazione – spiega Angelo, – No, non mi sovviene nessun motto o proverbio che ripetesse spesso: il suo bagaglio culturale era tale che aveva sempre qualcosa di nuovo da dire, senza mai farlo per mostrarsi”. 

Tullio Andreatta verrà ricordato lunedì 8 aprile, alle 15, alla chiesa parrocchiale di Fietta, dove la comunità potrà stringersi alla moglie Lina (Angelina) e ai suoi tre figli, Daniela, Angelo e Marta, ai generi, alla nuora, alle sorelle Valentina e Giuseppina, e ai nipoti Edoardo, Riccardo, Tommaso e Benedetta Maria. 

(Foto: per gentile concessione della famiglia).
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