I bronzi romani riaffiorano all’Ardosetta

La scoperta è stata fatta nel 2022 da un gruppo di turisti che passeggiando sul Grappa avevano notato dei frammenti di dischi nel terreno smosso probabilmente da un branco di animali. Un ritrovamento eccezionale per numero di reperti, stato di conservazione, tipologia e localizzazione che ha spinto, nel 2023 e proseguirà anche nel 2024, la Soprintendenza ABAP VE-MET a effettuare una prima campagna di scavi o sondaggi.

In collaborazione con la conservatrice Emanuela Gilli del Museo di Storia Naturale e di Archeologia di Montebelluna dove ora sono custoditi i preziosi bronzi, martedì sera, nella splendida cornice di Palazzo Reale a Paderno del Grappa, è stata presentata la campagna di scavi dello scorso anno sul Grappa.

Una sala gremita di gente e con il fiato quasi sospeso per ascoltare Carla Pirazzini, funzionario della Soprintendenza, che con Luca Rinaldi e Claudio Bovolato del gruppo Geoarcheologi Associathanno illustrato l’esito degli scavi archeologici.

“Il luogo di rinvenimento si colloca tra la Valle del Piave e quella del Brenta – spiega Pirazzini – in un’area dove al momento non sono note attestazioni archeologiche, ma non lontano dai centri di AsoloBorso del GrappaMontebelluna, già attivi da età protostorica”.

I materiali sono in corso di restauro, e sono oggetti in lamina di bronzo di forma circolare interpretabili come riproduzioni miniaturistiche di scudi militari.

“Sono databili a età romana in quanto su almeno uno di essi compare la formula latina V.S.L.M. (votum solvit libens merito, scioglie un voto volentieri avendolo meritato) –continua il funzionario -. Per morfologia però possono essere ricollegati alla tradizione preromana della lavorazione del bronzo e alla caratteristica produzione di lamine”.

Insomma, trovarsi nel posto giusto al momento giusto e non lasciare niente al caso come hanno fatto Giovanni CallegariAlfredo CucciolPiergiorgio NaveSara Giacobbo e Andrea Torresan che nel 2022 si trovavano nelle vicinanze del Rifugio Ardosetta.

E’ grazie al loro occhio esperto, la conoscenza e un buona dose di fortuna che sono riemersi quei bronzi rimasti sepolti per migliaia di anni e che hanno condotto gli esperti verso quelle tracce romane sopravvissute alle guerre e fortunatamente mai finite nelle mani sbagliate.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata)
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