Un percorso botanico per il turismo sociale e inclusivo al Centro don Paolo Chiavacci

Un breve percorso didattico ad anello si trova alle pendici del Grappa, a Crespano (Pieve del Grappa): se il Centro don Paolo Chiavacci è sempre stato un luogo dove la spiritualità e la natura si fondono assieme, così come desiderato da chi lo ha ispirato, oggi questo aspetto è diventato accessibile anche alle persone con disabilità.

Un tassello importante per quel turismo sociale e inclusivo di cui si è parlato anche a Revine Lago, grazie a un progetto portato avanti dalla Regione Veneto attraverso un contributo ministeriale. Nel caso del percorso botanico, a sostenere l’iniziativa è stato anche il Mab Biosfera Unesco del Monte Grappa, per il quale il Centro Chiavacci è sempre stato un riferimento importante.

A sostenere il nastro, poi tagliato dalla sindaca nonché presidente dell’Ipa, Annalisa Rampin, c’erano anche la consigliera regionale Sonia Brescacin, il dottor Pasquale Borsellino, il dottor Roberto Rigoli, la dottoressa Paola Schiavetto e il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, oltre a tanti altri sindaci e assessori dei Comuni limitrofi, ma anche associazioni che lavorano con persone con disabilità. “Come riserva di biosfera dobbiamo prenderci cura del creato; non potevamo quindi non essere presenti a quest’iniziativa, che può rappresentare uno stimolo per creare nuove opportunità” ha commentato la sindaca.

“Tutti, istituzioni, imprenditori, famiglie dovrebbero operare insieme per porre la condizione affinché la disabilità possa accedere all’aspetto del turismo – commenta il dottor Rigoli, – è importante perché questo è un segmento del loro progetto di vita, da costruire attorno a ogni persona con disabilità. Perché l’assistenza è importante, la scuola è importante, il lavoro è importante, ma è importantissimo per loro anche il turismo, lo sport e il benessere. Questo territorio lo ha capito”.

Durante la conferenza si è parlato anche di come sarebbe opportuno in futuro lasciarci alle spalle la parola “inclusione”, in quanto essa definisce una differenza, un varco, tra chi ha delle disabilità e chi invece no. Gli interventi hanno portato a riflettere su come il futuro della comunità, persino del turismo, potrebbero mirare a pensare alla disabilità come un fattore fuso nell’ecosistema sociale, universalmente accettato e quindi tenuto in considerazione in qualsiasi iniziativa a carattere comunitario.

Don Paolo Magoga, direttore del Centro e della Pastorale Sociale e del Creato, ha presentato così agli ospiti lo scopo dell’iniziativa: “Ci siamo proposti di unire l’educazione ambientale avvicinando la montagna a coloro che quotidianamente affrontano sfide di mobilità e visione. Nel percorso si potrà ammirare un arboreto didattico di piante “aghifoglie” e una mostra nella quale leggere e ascoltare il pensiero di uomini e donne che riflettono e si battono per la salvaguardia dell’ambiente. Puntando sui codici QR presenti nei diversi pannelli disposti lungo tutto il percorso si avrà modo di ascoltare il pensiero di Papa Francesco, di Carlo Petrini e di Greta Thunberg”.

Dopo il taglio del nastro, l’argomento relativo al cambiamento climatico è stato ulteriormente approfondito con “Non ci sono più mezze stagioni”, una riflessione a cura del professor Alberto Pivato assieme alla compagnia teatrale Stabile del Leonardo.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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