Omicidio di Paderno, arrivano i Ris di Parma

Omicidio di Paderno, interverranno i Ris di Parma

Sono passati ormai diversi giorni dal ritrovamento del corpo di Bledar Dedja e ancora nessuna pista sembra essere stata confermata da indizi concreti, o perlomeno non ancora resi noti dalle autorità. Nonostante gli sforzi dei Carabinieri, mancherebbero ancora troppi elementi: l’arma del delitto, il luogo esatto dov’è avvenuto l’accoltellamento fatale, il movente.

Le ore notturne trascorse tra sabato 20 e domenica 21, prima che l’amico trovasse il cadavere di Bledar lungo un boschetto in via Colli, avrebbero dato un vantaggio notevole all’assassino che, stando a quanto finora appreso dai risultati dell’autopsia, sembrerebbe essere uno solo almeno nell’atto di usare il coltello: il che non esclude la presenza di un complice. Sarebbero stati trovati anche alcuni indumenti, ma non è ancora chiaro a chi appartengano: forse, proprio a Bledar.

I dettagli del ritrovamento farebbero pensare a un incontro programmato, attribuendo a quelle venti coltellate un movente passionale o comunque personale, come una vendetta d’onore. Il fratello e la sorella, quella stessa domenica dell’omicidio, avevano negato con forza quell’ipotesi, dicendo di non appartenere a quella regione dell’Albania nel quale il Kanun rappresenta una tradizione particolarmente sentita.

Per ora, gli scenari fisici da indagare sembrano essere due: da una parte la scena del crimine, ormai ampiamente scandagliata dai Carabinieri anche con i metal detector, e dall’altra l’auto di Bledar, la Mercedes Classe B bianca, che è stata trovata parcheggiata sulla stradina secondaria, in mezzo al bosco, chiusa.

All’interno non vi sarebbero segni evidenti di colluttazione né tracce di sangue, il che fa pensare che l’incontro sia avvenuto all’esterno oppure all’interno di una seconda auto, quella dell’assassino.

A esaminare più a fondo questi due elementi, l’auto e la scena del crimine, saranno i Ris di Parma, che lunedì prossimo si recheranno al deposito giudiziario dove l’auto viene custodita per cercare nuove, microscopiche, tracce. Successivamente lavoreranno sulla scena del crimine, confrontandosi con i Carabinieri delle stazioni locali, Asolo e Pieve del Grappa, i quali stanno lavorando senza sosta per ottenere nuovi elementi anche attraverso le videocamere di sorveglianza.

Anche i media albanesi stanno seguendo con interesse il caso di Bledar Dedja, il cui cognome sarebbe originario della fascia tra Durazzo e Tirana, riportando passo dopo passo le fasi dell’indagine.

Alcune testate online albanesi titolano così gli articoli: “Vendetta o regolamento di conti: il mistero dell’omicidio dell’albanese in Italia”, oppure, più di recente, “Ha preso il coltello con le mani per salvarsi: si sospetta che dietro alla morte del trentanovenne albanese ci sia un crimine passionale”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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