Si terrà con ogni probabilità mercoledì l’autopsia sul corpo di Bledar Dedja: a svolgere l’esame autoptico sul corpo del 39enne di origini albanesi sarà l’anatomopatologo Alberto Furlanetto che già nel pomeriggio di ieri ha svolto una prima ispezione cadaverica sul luogo dove Bledar è stato trovato morto.
Oltre a stabilire che ad uccidere il 39enne è stata una coltellata che ha perforato un polmone, l’esame di ieri ha sciolto anche qualche dubbio sull’ora del decesso. Nonostante le temperature che con il calare del sole sono precipitate in poche ore sotto lo zero, situazione che non aiuta ad indicare con chiarezza un orario di morte, il decesso sarebbe avvenuto nella seconda parte del pomeriggio di sabato. Quello che è certo è che Bledar era già morto durante la notte.
All’interno della Mercedes a bordo della quale il 39enne ha raggiunto la laterale di via Colli sono stati ritrovati il suo cellulare e il suo portafoglio, e questo fa escludere la pista della rapina finita male. Per quanto riguarda tutte le altre ipotesi, gli investigatori stanno indagando a 360 gradi. Fondamentale sarà anche cercare di ricostruire gli ultimi movimenti dell’uomo e, nel caso, scoprire anche con chi avesse appuntamento terminato il lavoro. Per questo motivo i Carabinieri del Comando provinciale di Treviso in queste ore stanno sentendo i famigliari e amici con la speranza di ricostruire le frequentazioni del 39enne.
Elementi utili potranno arrivare – come spesso accade in questi casi – anche dagli esami dei tabulati telefonici e dai rilievi che verranno svolti nei prossimi giorni all’interno dell’auto sequestrata ieri.
Come testimoniato dalla presenza di molte macchie di sangue, sembra che il luogo dell’omicidio coincida con quello del ritrovamento del cadavere: Bledar ha cercato di difendersi, come è confermato da alcune ferite presenti nelle mani. In un caso sarebbe riuscito ad afferrare anche la lama.
E’ ancora troppo presto per capire se ad uccidere Bledar sia stato un uomo o una donna: solo con l’autopsia si riuscirà ad accertare la profondità delle ferite e quindi la forza con cui il 39enne è stato accoltellato. Proprio l’arma del delitto non è ancora stata trovata: per questo motivo i Carabinieri stanno setacciando le zone boschive di via Colli anche con l’utilizzo di metal detector.
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