Il 26 marzo del 1894 nacque Emilio Fontana.
Pievigino, è pittore, decoratore e poliedrico artista. Visse una vita ricca di esperienze e successi, attraverso un periodo storico carico di sfide e cambiamenti.
Giovane e determinato, Fontana iniziò il suo percorso artistico già nel 1906. Tuttavia, il destino lo portò a confrontarsi con il caos della Prima Guerra Mondiale, impedendogli di realizzare il sogno di frequentare l’Accademia di Brera a Milano. Nonostante le avversità, la sua passione per l’arte lo spinse a collaborare con altri artisti e a portare avanti progetti di decorazione in varie chiese e palazzi della regione.
Emilio Fontana, insieme all’amico e collega Giovanni Zanzotto (padre del poeta Andrea), nel 1925 fu tra i decoratori del Municipio di Bengasi, ingaggiati dal famoso pittore e decoratore veneziano Guido Cadorin, che aveva lavorato al Vittoriale su incarico di Gabriele D’Annunzio.
Emilio, con il fratello Attilio, dedicò diversi anni alla docenza di disegno al Collegio “Balbi Valier” e per 15 anni al Collegio “S. Giuseppe” di Follina. Insegnò per dieci anni nei corsi complementari per apprendisti a Pieve di Soligo e successivamente alla Scuola serale di Pieve.
Proprio per il suo impegno come artista ed educatore, nel 1976 ottenne la Medaglia d’oro dal Comune “al merito artistico ed educativo”, aggiungendo ai suoi titoli anche quelli di Cavaliere della Repubblica del ’61 e di Cavaliere di Vittorio Veneto. Fontana fu l’ideatore e realizzatore dello stemma del Comune di Pieve di Soligo.
L’attività di Fontana non si limitò alla pittura e alla decorazione: la sua versatilità lo portò a sperimentare anche nel mondo del teatro. Con la compagnia “La Malintesa”, fondata negli anni ’20 e così battezzata durante una discussione animata, Emilio si cimentò con successo nella regia, nell’interpretazione e nella realizzazione di scenografie.
Fontana fu un artista impegnato anche nella vita della comunità. Attraverso il suo impegno come consigliere comunale, assessore e vicesindaco, contribuì attivamente alla crescita e al benessere della sua città. La sua dedizione alla cultura si tradusse anche nella collaborazione con l’associazione filarmonica locale e nelle iniziative della parrocchia, dimostrando che l’arte può essere un ponte verso la coesione e l’armonia sociale.
Nonostante le molteplici responsabilità e i vari impegni, Emilio Fontana rimase sempre fedele alla sua passione per la pittura per tutta la vita, continuando a studiare e ad apprendere dall’arte e dalla natura che lo circondava.
Oggi, a 130 anni dalla sua nascita, l’eredità di Emilio Fontana vive attraverso le sue opere e il suo spirito creativo.
(Foto: per gentile concessione di Milena Bressan).
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