Una diatriba che non sembra avere fine quella che sta invadendo il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, l’incontro di ieri, mercoledì 3 marzo, del Consiglio di Amministrazione ha optato per non arrivare alla riapertura delle candidature fortemente candeggiata dal Ministero delle Politiche Agricole e di confermare la data del 15 marzo come la data di rinnovo del Cda.
Secondo Coldiretti infatti si poteva agire in diverso modo “Si apprende con un misto di amarezza e stupore la notizia che il Cda del Consorzio di tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg non abbia tenuto in considerazione una nota del Ministero che indicava la necessità di riapertura delle candidature alla prossima assemblea“.
Una risposta che ha suscitato ira da parte di Coldiretti infatti in una nota si legge “Si rileva come l’elemento democratico nella rappresentanza non sia tenuto minimamente conto dallo stesso. Il disquisire sulla natura delle indicazioni ministeriali, evidentemente considerate nulle dal cda del Consorzio di tutela, palesano la ferma volontà di non interessarsi alle medesime. Si ritiene che un parere del Ministero non cambia se formulato su una mail, su carta o su pergamena. La responsabilità di tutti dovrebbe essere quella di verificare e confrontarsi su quelle stesse indicazioni”.
“Il consiglio si è pronunciato all’unanimità – spiega Innocente Nardi (nella foto), presidente uscente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – l’assemblea è convocata il 15 marzo, le modalità che determinano l’elezione sono state prese in base ad una delibera assunta a maggioranza e saranno le modalità che verranno adottate in occasione di quella data”.
Il Ministero delle politiche agricole che vigila su tutti i consorzi e anche sul Consorzio del prosecco Docg, il quale ha ricevuto la delega ministeriale al fine di esercitare le funzioni di tutela, secondo il presidente Nardi la maggioranza del consiglio non ha fatto proprie le indicazioni del Ministero.
“Il Consorzio di tutela non può non tutelare gli interessi di tutte le sue componenti – continua la nota di Coldiretti – della propria autorevolezza e della propria immagine nei confronti del territorio di appartenenza e ancor più verso l’esterno. Vivere un momento topico come questo in cui il proprio territorio è diventato sito Unesco dovrebbe far sentire il peso di questa responsabilità nei componenti del Cda“.
Una posizione che lo stesso presidente Nardi in parte condivide: “Sono convinto che tutti gli amministratori si debbano assumere le proprie responsabilità, da presidente, ho sempre lavorato per dirimere le controversie lavorando per la denominazione, denominazione che in questo momento sta accusando un forte colpo, voglio solo ricordare che in gioco ci sono la storia, gli interessi economici e sociali di un territorio che è entrato da poco nella prestigiosa lista dei patrimoni Unesco”
Non c’è che aspettare ormai che la data del 15 marzo come data decisiva per il futuro della docg, in un periodo, quello attuale, composto da difficoltà e incertezze.
(Fonte: Francesco Pastro © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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