Mancano pochi giorni all’audizione di Roma, prevista per il 14 e 15 gennaio 2021, per presentare il dossier di candidatura per Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana a Capitale Italiana della Cultura 2022.
Tra i vari aspetti della candidatura, ha ottenuto svariati apprezzamenti anche il marchio che, usando le parole del professor Aldo Colonetti, noto filosofo, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura, “ha una qualità internazionale e un’identità locale”.
Il marchio per Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana, infatti, è stato realizzato da un professionista del territorio: Paul Spadetto.
“La genesi del marchio è frutto di un’intuizione, dell’amore e della conoscenza profonda del territorio, alla quale sono seguiti mesi di lavoro per la resa grafica – spiega Paul Spadetto, ideatore del marchio – L’idea è nata da uno schizzo su un tovagliolo, che ancora conservo, durante un pranzo con il sindaco. Mentre lui parlava del progetto io cercavo di ‘mettere in bella’ i suoi pensieri: è lì che ho fatto i segni che poi sono diventati la prima bozza del marchio”.
“Da anni lavoro per le realtà del territorio – continua -, quello per Pieve di Soligo è l’ultimo di una serie di marchi, logotipi e brand design per associazioni ed eventi. Il logo della candidatura di Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana a Capitale italiana della Cultura 2022 racchiude in una forma armonica l’idea di movimento e di ricchezza di varietà di un territorio che ha fatto dell’equilibrio fra le sue molteplici componenti il proprio tratto distintivo”.
“Il marchio è la sintesi grafica delle Terre d’Alta Marca viste dall’alto, dal satellite – continua – L’arco delle colline e delle Prealpi a Nord-Est, il Piave a Ovest e il Montello a Sud. Rappresenta i cerchi concentrici che si diramano da una goccia che cade nell’acqua, la cultura come generatrice di onde di energia positiva. Rispetto ai colori, da un lato si percepisce un richiamo forte alla terra, al profilo dolce delle colline, a un intersecarsi di vegetazione e coltivazioni; dall’altro c’è il reticolo delle acque, così centrali nella vita e nei commerci: vie di scambio, comunicazione, contaminazione e crescita”.
“In posizione eccentrica, un punto richiama lo sguardo, esprimendo una singolarità e un’unicità – conclude – Compreso fra due forme simmetriche, il punto esprime un equilibrio dinamico, in evoluzione, polarizzando traiettorie e significati. Molteplicità e unicità di arti, poesia del paesaggio, natura, cultura, saperi e contenuti in un impulso che vede Pieve di Soligo protagonista”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Paul Spadetto).
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