“Insegnare la chimica del suolo nella scuola dell’infanzia: esiti di un percorso sperimentale”: si intitola così il lavoro di tesi di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione primaria di Vanessa Mariotto, 25enne di Falzè di Piave, che si è classificata al primo posto al premio Fabbricando 2023-24.
La dottoressa Mariotto, dopo il diploma di Liceo scientifico all’Isiss Marco Casagrande di Pieve di Soligo, si è laureata con votazione 110 e lode lo scorso ottobre all’Università degli Studi di Udine, e in questi giorni ha raggiunto un’ulteriore grande soddisfazione.
Sabato 13 aprile è stata infatti insignita del prestigioso riconoscimento per tesi di laurea a Udine, un concorso volto a “favorire l’avvicinamento dei giovani alle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics)”, per “coinvolgere tutti gli attori del sistema scuola in un confronto attivo e vivace con le realtà produttive del territorio”.
In particolare, il bando rivolto ai laureati in Scienze della Formazione primaria come Mariotto aveva la finalità di “promuovere e valorizzare la formazione di insegnanti competenti nelle discipline scientifiche per le scuole dell’infanzia e primaria”.
Relatore il professor Daniele Zuccaccia e correlatore il professor Marco Contin, la tesi di Vanessa Mariotto parte dall’esperienza della neolaureata nell’anno scolastico 2022-23 alla scuola dell’infanzia 1° Maggio di Udine.
“Il lavoro nasce come implementazione di un progetto già avviato, quello della realizzazione di un orto biodinamico – spiega Mariotto –. Durante le attività, è partito proprio dai bambini della sezione dei “grandi” il bisogno di conoscere di più il suolo che stavano coltivando e le differenze che potevano esserci, per esempio, dal terriccio ‘da vaso’ che solitamente si compra nei sacchi”.
“Prima di progettare il percorso sul suolo – prosegue – ho condotto una serie di ricerche per conoscere meglio il tema che sarei andata ad affrontare, con l’obiettivo di rendere più facilmente comprensibili le caratteristiche e le principali proprietà fisiche e chimiche del suolo, nozioni prettamente scientifiche e di solito ostiche”.
“Il percorso con i bambini dell’infanzia ha avuto la durata di tre mesi – precisa – nei quali sono state proposte alcune attività tutte incentrate sulla didattica esperienziale: è importante partire da ciò che i bambini conoscono, ossia un percorso sensoriale sul suolo, per poi suggerire via via esperienze sempre più complesse, come classificazione, setacciatura e decantazione delle componenti del suolo; permeabilità delle varie tipologie di suolo, l’utilizzo dei componenti del suolo come filtro per l’acqua e infine la trasformazione del suolo realizzando la terra cruda per costruire i mattoni da utilizzare nel giardino della scuola”.
“Dalla sperimentazione effettuata sono emersi diversi risultati significativi – conclude Mariotto -: i bambini hanno raggiunto un buon livello di apprendimento, ma in particolare hanno adottato e sperimentato le basi di un personale approccio scientifico da sviluppare poi negli anni successivi”.
(Foto: per concessione di Vanessa Mariotto).
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