Si è svolto nella giornata di ieri, giovedì 7 aprile, il sopralluogo dei militari specializzati del Nucleo Investigativo di Treviso sotto la direzione della Procura della Repubblica del Capoluogo, si sono occupati dei sopralluoghi tecnicial civico 85 di via Schiratti teatro lo scorso 25 marzo della brutale aggressione ai danni di Adriano Armelin deceduto poi in ospedale dopo circa 12 ore di agonia.
La scientifica, entrata nella casa di Amelin posta sotto sequestro da quel venerdì sera, ha analizzato e repertato ogni elemento utile per le indagini. I rilievi si sono concentrati anche nella parte del negozio dove Armelin aveva gestito assieme a un socio la propria attività di elettrauto per quasi 40 anni.
Se è chiara agli inquirenti la dinamica della fuga di Mohamed Boumarouan, il 36enne di origini marocchine unico accusato della morte dell’anziano, in quanto ripresa dalle telecamere di sorveglianza di un vicino, i rilievi di ieri pare abbiano confermato anche come abbia fatto il presunto aggressore a entrare in casa di Armelin e il luogo dove è avvenuta la violenta aggressione.
Armelin è stato infatti trovato da uno dei figli legato e selvaggiamente picchiato ai piedi delle scale al piano terra. Molto probabilmente è stato questo il luogo in cui si è consumata la tragedia ma pare che gli uomini della scientifica abbiano repertato anche diverse impronte di scarpe sporche di sangue lungo le scale e al primo piano lasciate da Boumarouan nel tentativo di fuggire.
I carabinieri hanno ricostruito anche il “girovagare” di Boumarouan nelle ore precedenti all’aggressione. Pare che l’uomo sia entrato in un supermercato poco lontano da via Schiratti e abbia rubato delle verdure surgelate, delle merendine e un paio di scarpe. Questa versione pare essere confermata anche da un testimone: “Sapeva di alcool. Ha rubato qualcosa tra cui anche un paio di scarpe”. Ha dichiarato.
Mohamed, che è in arresto dalla sera dell’aggressione con l’accusa prima di tentata rapina e poi con quella di omicidio preterintenzionale dopo la morte di Armelin, si trova in carcere a Santa Bona e non ha ancora fornito la sua ricostruzione dei fatti e il motivo dell’inaudita violenza. Nell’interrogatorio di convalida dell’arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere e lunedi parlerà nuovamente con il magistrato.
Il suo avvocato ha chiesto un altro interrogatorio in quanto l’uomo vuole dare la sua versione dei fatti dopo che lo stesso avvocato, nei giorni successivi all’arresto aveva confermato che “La linea difensiva ammette il fatto. Ma ci sono alcuni elementi che, ferma restando la responsabilità, porteremo all’attenzione della Procura perché possono avere un peso in quello che sarà il processo e sulla quantificazione della pena”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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