Falsi incidenti, falsi carabinieri, falsi figli: raffica di truffe telefoniche nell’Alta Marca, ma molti non ci cascano

Falsi incidenti, falsi carabinieri, falsi figli: raffica di truffe telefoniche nell’Alta Marca

Si presentano come Carabinieri, comunicano al malcapitato di turno che un loro parente è stato vittima di un incidente e facendo leva sull’apprensione cercano di estorcere del denaro.

Questo lo schema della truffa del cosiddetto “falso incidente” che miete vittime anche nell’Alta Marca dove si contano decine di episodi denunciati in pochi giorni. Ad inquietare è il fatto che in molti casi chi chiama si mostra a conoscenza di dettagli (età, residenza e generalità) ben precisi che traggono le vittime ulteriormente in inganno. 

Mercoledì nel mirino dei truffatori è finita anche una donna di 92 anni residente a Pieve di Soligo, contattata al telefono fisso da un sedicente carabiniere, il quale l’avvisava che il nipote era rimasto coinvolto in un sinistro.

“Per fortuna è intervenuta un’amica presente in quel momento, che richiedendo al presunto carabiniere di identificarsi e minacciando di chiamare il 112, ha ottenuto la fulminea chiusura della chiamata – ha raccontato E. C., figlio della 92enne -. Vi lascio immaginare l’agitazione di un’anziana e lo scombussolamento della sua tranquillità fino al contatto telefonico con i nipoti”. Il fatto è stato denunciato ai Carabinieri di Vittorio Veneto.

Dal Comando provinciale di Treviso dell’Arma nel frattempo arriva il consiglio di verificare sempre quanto sta accadendo chiamando direttamente il proprio congiunto e successivamente il 112. Inoltre, è bene ricordare che nessuna forza dell’ordine o avvocato chiederà mai telefonicamente un rimborso per un fatto accaduto, né tanto meno la consegna di oggetti in oro.

Seppur con modalità diverse, a Ponte della Priula nei giorni scorsi è stato riportato un altro episodio di truffa telefonica: una residente avrebbe ricevuto un messaggio da un utente sconosciuto che si presentava come suo figlio. “Ciao mamma, mi è caduto il telefono e ora è rotto. Questo è il mio nuovo numero”. Dopo averla “agganciata” con questo sms il truffatore/i con la scusa di un problema di accesso all’home banking ha richiesto del denaro alla donna che, insospettita, dopo aver chiamato il figlio, ha trovato conferma in merito alle intenzioni truffaldine dell’utente del messaggio.

(Foto: per concessione di un lettore). 
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