Il “Casagrande” incontra lo scrittore Malaguti: “La migrazione è parte della nostra realtà”

Il “Casagrande” incontra lo scrittore Paolo Malaguti

Cosa significa essere migranti? Cosa significa lasciarsi alle spalle la propria patria, le proprie amicizie, le persone e i luoghi familiari per avventurarsi in una realtà ignota, alla ricerca di condizioni di vita migliori? Cosa significava per un veneto di inizio ‘900 e cosa significa per i giovani di oggi?

A queste e a molte altre domande hanno cercato di rispondere gli studenti dell’Istituto “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo che venerdì 15 marzo, nell’Auditorium “Battistella Moccia”, hanno incontrato lo scrittore Paolo Malaguti, nativo del Padovano ma residente ad Asolo.

Partendo dalla lettura del suo ultimo libro “Piero fa la Merica” – in cui l’autore racconta di una famiglia veneta che a inizio ‘900, per sfuggire alla miseria, emigra da Biadene in Brasile, inseguendo il sogno di una vita meno stentata e più dignitosa – un gruppo di venti alunni delle classi 2aA e 5aA Liceo scientifico e 4aC Liceo delle Scienze applicate, sotto la guida della prof.ssa Lazzari, ha dato vita a una mattinata di incontro. L’evento, diviso in due parti principali, ha offerto agli spettatori tanti motivi di riflessione, ma anche pregevoli spunti creativi e momenti emozionanti.

Nella prima parte gli alunni hanno fatto “rivivere” il libro, inframezzando l’intervista all’autore con la lettura espressiva di alcuni brani significativi, e la rielaborazione e la messa in scena, sotto forma di pièce teatrale, di un episodio cruciale della vicenda narrata.

Tra gli alunni e l’autore si è instaurato un feeling particolare che ha reso più incisiva e coinvolgente la trattazione degli argomenti affrontati. Dalla prima parte è emerso come l’autore, dopo essersi scrupolosamente documentato, abbia cercato di raccontare il fenomeno dell’emigrazione in modo realistico e attento alla complessità del problema.

Da un lato ha infatti evidenziato lo sfruttamento, i maltrattamenti e i soprusi di cui sono quasi sempre vittime gli emigranti, e dall’altro ha anche scoperto e rivelato qualche verità “scomoda”, come gli efferati delitti di cui si sono macchiati gli emigranti veneti nei confronti di tribù indigene del Brasile: “La realtà che ho voluto descrivere non è quella delle favole, dove alla fine tutti vissero felici e contenti – ha detto Malaguti -, ma una realtà dove il male esiste e ci accompagna passo passo”.

Interessante la discussione intorno alla scelta dell’autore di usare una lingua molto personale, un italiano punteggiato qua e là di termini ed espressioni dialettali: “Ero consapevole che la mia scelta avrebbe potuto rendere il libro un po’ meno facile da leggere e quindi meno vendibile – ha spiegato -, ma mi sembrava importante conferire la massima credibilità storica alla vicenda e ai personaggi”.

Nella seconda parte dell’incontro gli studenti hanno spostato i riflettori sulla realtà delle migrazioni odierne. Il passaggio è stato sottolineato da uno stacco musicale di forte impatto emotivo: tre alunni – una cantante, un chitarrista e un pianista – hanno reinterpretato la canzone “Strada facendo” di Claudio Baglioni, mentre sullo schermo si succedevano foto di viaggio, di classe o in famiglia, degli studenti dell’Istituto.

Tra gli spettatori si è diffusa la sensazione che “il viaggio e la migrazione facciano parte di una realtà in cui tutti siamo coinvolti” e, insieme, la consapevolezza che, nel “viaggio della vita, quello che conta di più è instaurare rapporti di amicizia e di solidarietà”.

Dopo la performance musicale, è stato letto il racconto di un’immigrata appena giunta in Italia, le sue sensazioni, il suo disorientamento, i suoi istanti di felicità: non il testo di una scrittrice affermata, ma di un’alunna dell’Istituto che ha narrato in modo delicato e poetico la vicenda di sua madre, giunta in Italia alla fine degli anni ‘90.

Un’altra alunna, una quindicenne di seconda liceo, proveniente dal Bangladesh, ha condiviso la sua esperienza di figlia di immigrati e gli iniziali problemi a capire quale fosse la sua identità: “Una volta se mi chiedevano da dove venivo non sapevo se rispondere dal Bangladesh o da Barbisanello. Ora ho capito che io sono entrambi i luoghi, ho due identità”.

Infine è stata proiettata la videointervista di due giovani veneti “emigrati” all’estero, Giacomo, un dottorando in fisica teorica che ha trovato a Vienna l’ambiente ideale per i suoi studi, ed Elia, che vede nell’Argentina il paese in cui stabilirsi come imprenditore turistico: una video intervista che ha consentito di toccare un tema molto attuale, quello della cosiddetta “fuga dei cervelli”.

Un’ultima domanda all’autore e i ringraziamenti di rito hanno concluso un incontro che, facendo riflettere in modo intelligente e coinvolgente su argomenti di scottante attualità, ha messo in risalto, oltre alle qualità letterarie e umane di Malaguti, anche tutta la sensibilità, insieme alla verve e all’inventiva degli studenti in esperienze che stimolano la creatività e la loro voglia di mettersi in gioco.

(Foto: Isiss Marco Casagrande).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati