Il paesaggio come eredità e volano per il futuro. Ieri il primo appuntamento del Conegliano Valdobbiadene festival

Genius loci, patrimonio umano è questo il titolo dell’appuntamento con il quale il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, ha voluto, ieri, venerdì 12 marzo, aprire il “Conegliano Valdobbiadene Festival” per dar vita ad un incontro approfondito sull’importanza del paesaggio tra la sua bellezza, la sua storia e il suo futuro.

Questo appuntamento ha principalmente due obiettivi – introduce Innocente Nardi, Presidente del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – il primo è quello di mettere a calendario i temi cari al Consorzio, il secondo affrontare gli argomenti che possono contribuire ad alzare lo sguardo al futuro per capire le sfide e i cambiamenti di domani”.

Un calendario ricco per il Conegliano Valdobbiadene Festival, l’8 aprile è prevista la presentazione del rapporto economico 2020, ci saranno tour virtuali per far conoscer il territorio delle colline del prosecco Docg nei prossimi appuntamenti, a giugno in programma le visite guidate per far toccare con mano la bellezza del territorio.

“L’obiettivo è far conoscere i valori del nostro territorio capaci di sopravvivere nel tempo diventando carattere principale del nostro territorio – continua Nardi – un modello che ha bisogno di insegnare attraverso questi valori. Bisogna trarre dalle sintesi del passato per guardare al futuro, un paesaggio che è merito delle persone che ci abitano, creato dai viticoltori. Un legame quello tra uomo e natura che deve essere trasmesso alle prossime generazioni”

L’importanza del paesaggio del Conegliano Valdobbiadene è arrivata anche negli emirati arabi, al prossimo Expo a Dubai ci sarà un padiglione denominato “belvedere”: “Un posto per far vedere tutto ciò che è bello – spiega Davide Rampello storico della cultura materiale, curatore di mostre e direttore artistico di grandi eventi – faremo vedere insieme i meravigliosi paesaggi italiani. Genius Loci, un pensiero che si forma nella cultura latina, ovvero non esiste nessun luogo senza il genio, senza l’uomo che ci alloca e che si ferma in esso. Un connubio sacrale quello tra uomo e natura che trova nel paesaggio la sua massima espressione”

“Il paesaggio delle colline del prosecco appartiene alla grande famiglia dei paesaggi culturali – afferma Mauro Agnoletti, professore presso la scuola agraria dell’università di Firenze – la natura è la base e l’agente modificatore è l’uomo. L’Unesco ha riconosciuto la straordinarietà di questo territorio, un paesaggio anche storico, una ricchezza implementata dalla storicità. Si dice storico perché ha una sua resilienza, nonostante le mutazioni sociali alcuni paesaggi hanno mantenuto la loro stabilità, qui il prosecco che si coltiva nello stesso modo ovvero con le stesse pratiche agricole, tramandate di generazione in generazione, senza un agricoltore che ci lavora il paesaggio culturale viene meno. Il prosecco rappresenta l’identità di un territorio costituendo un’identità nel tempo”

Un paesaggio che è cambiato nel tempo, come definito da Enrico Mori, architetto e paesaggista, che da anni vive nel piccolo borgo di Rolle: “Rolle per rappresenta il paesaggio del prosecco, un frammento di un microcosmo, fragile e resiliente abitato da uomini e donne protagonisti di un valore autentico”.

Un paesaggio, si è proseguito durante il webinar, importante e decritto in molte opere del passato, già dall’antico Egitto si incominciava a raffigurare l’uva e il vino come protagonisti di banchetti, altre opere di rilievo si ritrovano nel medioevo e ben raffigurate dal Cima da Conegliano secondo Jacopo Veneziani, Professore e dottorando in Storia dell’Arte alla Sorbona di Parigi.

In conclusione si è espresso il sociologo Aldo Bonomi attraverso l’uso di parole forti dal significato profondo “Nel paesaggio c’è dentro fatica, la civiltà materiale ci dice che bisogna partire dallo scheletro contadino, se non c’è questo non si produce manutenzione, che significa tenere con le mani, le colline sono tenute con le mani e solo tramite questo si può produrre ricchezza, borghi e valore”.


(Foto: archivio Qdpnews.it).
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