Al Collegio Balbi Valier è in corso una Settimana Interdisciplinare sul tema intergenerazione.
Ed è stato proprio un incontro intergenerazionale quello dei giorni scorsi: tutta la scuola – primaria e secondaria – si è stretta in palestra attorno alla tenera voce di nonno Giuseppe Munari, che ha consegnato a bambini e ragazzi la memoria storica di Pieve di Soligo negli anni del secondo dopoguerra.
Il suo libro “Noi, le ragazze e i ragazzi del ’52”, dedicato alla nipote, vuol essere una traccia per le nuove generazioni.
Perché «per capire chi siamo e dove potremo andare è importante sapere da dove veniamo – ha sottolineato Luisa Cigagna, vicesindaco con delega alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo, che ha presenziato all’incontro –: ognuno di noi è la somma dei racconti che ha ascoltato e fatto propri, diventando a sua volta “tassello” della propria generazione».
Nel dialogo intergenerazionale entrano in contatto tanti tasselli di un destino condiviso, che è la storia dell’umanità. Tasselli diversi che dicono la bellezza unica e irripetibile di ciascuno: «dal confronto tra la vostra bellezza e la nostra bellezza nasce la dinamica intergenerazionale» ha detto ai ragazzi monsignor Luigino Zago, parroco di Pieve di Soligo.
Sono intervenuti poi i signori Battistella, alla guida di un importante gruppo industriale che ha avuto parte alla straordinaria ripresa del dopoguerra: ex allievi del Collegio Balbi, padre e figlio insieme hanno deciso di donare a ciascun allievo una copia del libro di Munari con dedica personalizzata e un augurio sincero: «Spero che riusciate nella vita a mettere sempre al centro le persone e i valori».
Un orientamento che il Collegio Balbi continua ad assumere e a trasmettere oggi come allora, come traspare nelle parole conclusive del direttore, prof. Stefano Uliana: «ogni giorno tutte le nostre ore sono dedicate alle persone e quando il cuore si riempie di persone niente può andare perso o rovinato».
Questo pure accade nei legami intergenerazionali, che sono sempre arricchenti e generativi. La stessa narrazione di Munari non si esaurisce nel libro, che, letto da bambini o ragazzi insieme a genitori o nonni, sicuramente si arricchisce di tasselli di memoria personale, in un dialogo sempre aperto. Gli studenti, che ricevono in mano il libro, ne confermano subito il potenziale, stupendosi non appena incontrano tra le foto delle pagine “il nostro fiume”, “la nostra scuola”, “lo zio di mio nonno”… I ragazzi sbuffano pensando ai tanti anni di studio che hanno davanti, mentre i nonni li avrebbero accolti con gioia: non tutti, infatti, avevano l’opportunità di studiare e la scuola pubblica arrivava fino all’istruzione elementare; solo il Collegio Balbi dava la possibilità di continuare come unica scuola media parificata di riferimento nella zona del Quartier del Piave. Non era neppure scontato poter imparare da più insegnanti in classi miste, e quelle che oggi sono temute come severe note disciplinari, nulla sono se confrontate alle punizioni corporali di un tempo! Ecco che il confronto con il passato può cambiare anche il modo in cui si guarda il presente.
In classe, con i loro insegnanti, i ragazzi continuano a interrogarsi e a mettere in relazione passato e presente per costruire futuro. La Settimana Interdisciplinare è terminata con una camminata storica organizzata in collaborazione con l’Università degli Adulti e degli Anziani lunedì 29 aprile (per la primaria) e martedì 30 aprile (per la secondaria).
(Foto: Collegio Balbi Valier)
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