“Noi le ragazze e i ragazzi del ’52”: presentato al Battistella Moccia il docufilm su storie e volti della città nel secondo dopoguerra

Nino Mura incantava con i racconti di mirabolanti avventure
Nino Mura incantava con i racconti di mirabolanti avventure

Auditorium “Battistella-Moccia” al completo, venerdì sera, per un emozionante tuffo nei ricordi d’infanzia e giovinezza di un’intera generazione di pievigini. Nell’ambito della serata “Come eravamo” promossa dalla rete culturale Vite Illustri Pieve di Soligo – VIP, coordinata da Marco Zabotti con il contributo della Città di Pieve di Soligo, è stato presentato in anteprima il filmato “Noi le ragazze e i ragazzi del ’52 – Gli eventi, i ricordi e le vite illustri negli anni del secondo dopoguerra”.

Il film, un affresco di 70 minuti sulla vita nei decenni successivi al secondo dopoguerra, nasce da un’idea maturata lo scorso anno alla festa dei coscritti classe 1952 di Pieve di Soligo e realizzata da Giuseppe Munari (scrittura e produzione) e Terenzio Del Grosso (editing e post-produzione).

Momenti dell’evento di venerdì sera al “Battistella-Moccia”

Per mesi Munari e Del Grosso hanno scandagliato gli archivi privati di Raoul Bernardi, degli eredi di Gianni Spina “Bici”, di Remigio Villanova, Piero Gerlin, Carla Marchesin, Gianni Marciano e Paolo Stella recuperando circa 500 contributi fotografici poi trasformati in un film. Hanno collaborato alla realizzazione del prodotto anche Elena Gazzarin e Claudia Perenzin (collaborazione editoriale) ed Enrico Dall’Anese (ricostruzione storica). 

“Questo documentario nasce per rinnovare la memoria di una generazione, che non va accantonata nei ricordi, ma che anzi va condivisa, rivitalizzata e reinterpretata con lo sguardo rivolto al futuro – ha commentato Marco Zabotti, coordinatore della rete VIP -. Non si tratta di una mera operazione nostalgica; con grande leggerezza ci porta a riscoprire chi eravamo, e dunque chi siamo oggi, attraverso i volti e i personaggi che hanno segnato nel bene questa comunità”. 

“Il filmato rappresenta un lavoro prezioso – ha commentato il vicesindaco Luisa Cigagna introducendo la serata – . È l’anello di una catena che ci congiunge al passato; attingendo da archivi privati ha messo in un luce un tassello della nostra storia. Mi auguro possa essere proiettato anche nelle scuole”. Calato il buio in sala, l’attenzione si è focalizzata sul filmato: 485 immagini in bianco e nero accompagnate dalla voce narrante di Massimo Rinaldi

La soprano Toti Dal Monte fra i volti illustri di Pieve 

Il filmato: storie, personaggi illustri, vita di popolo, feste e ricorrenze nel secondo dopoguerra 

Il racconto inizia con le foto di una Pieve di Soligo ridotta in macerie, tanto da guadagnarsi il triste appellativo di “cittadella martire”. Ma dopo la guerra torna sempre la pace, e finalmente il 30 aprile 1945 le truppe alleate liberano la città. Si avvia così una lunga stagione di pace e speranza, segnata dalla ricostruzione e dal lento passaggio da un’economia rurale a quella industriale. È proprio in quegli anni che si consolida il distretto del mobile locale. A Barbisano già sul finire dell’Ottocento aveva aperto i battenti la fabbrica-scuola Panierai, la prima specializzata nella lavorazione del giunco in provincia. 

La brezza della modernità inizia a soffiare leggera, diffondendo una sensazione generale di pace e benessere. Riprende il suo corso la vita politica, con l’elezione del primo sindaco, e anche la vita del popolo scorre serena fra riti quotidiani e feste di comunità. Scorrono le immagini di una Pieve dei primi anni Cinquanta: i bimbi sulla scalinata del Duomo nel giorno della prima Comunione, i carri trainati da animali lungo le strade bianche, ancora prive di auto, i volti delle suore di Maria Bambina, le donne sulle sponde del Soligo intente a lavare i panni con la “lìsia”.

Dopo scuola gruppetti di bambini giocano a “campana” fra le vie del paese, e la parrocchia è il centro nevralgico della vita di comunità. Dopo il gioco in compagnia la più grande fonte di gioia per i piccoli ha il prezzo di poche lire: quelle che bastano per comprare un cono dal mitico “Aldo dei geati” o qualche rondella di liquirizia dall’Eufemia. Per i chierichetti più meritevoli i premi sono i biglietti del Cinema Careni. I western di Sergio Leone vanno per la maggiore, così come i cult di Hollywood anni Cinquanta-Sessanta. Anche il più casto dei baci sfuggito alla censura del parroco (attraverso il taglio di alcuni pezzi di pellicola) è sufficiente per accendere le fantasie dei giovanotti.

La classe 1952 nel giorno della prima Comunione 

La spensieratezza si legge nei volti di ragazze e ragazzi intenti a fare il bagno alle crode di Barbisanello, o a giocare al “rodolet” con le uova di Pasqua. Le feste di piazza sono appuntamenti che riuniscono la comunità: lo spiedo gigante inizia ad assumere le dimensioni odierne, mentre il rito della padella gigante (che oggi non esiste più) corona i giorni di Carnevale. 

Tanti i personaggi illustri che popolano la vita culturale di Pieve di Soligo degli “anni d’oro”: Toti Dal Monte, Andrea Zanzotto, Francesco Fabbri, don Mario Gerlin ma anche famosi ristoratori come Lino Toffolin e Bruno Bellè. E sono altrettanto iconici anche personaggi popolari come Nino Mura che fra i tavoli del Leon d’Oro (tra un’ombra e l’altra) intrattiene gli avventori con i suoi mirabolanti (quanto improbabili) racconti di battaglia, sfoggiando medagliette di incerta provenienza. Il risultato è esilarante.

Terminata la proiezione del filmato, tra esplosioni di risate e lo stupore di chi si riconosceva in qualche vecchio scatto, la serata si è conclusa lasciando spazio a domande e commenti da parte del pubblico. L’evento di venerdì sera segue di pochi giorni l’incontro promosso dalla stessa rete culturale pievigina a Solighetto il 12 febbraio con la presentazione in letture e musiche del diario di prigionia di Francesco Fabbri, e precede un altro appuntamento, sempre patrocinato da VIP, ossia la celebrazione in ricordo dell’ex sindaco e missionario don Mario Gerlin nel trentesimo della morte oggi domenica 26 febbraio alle 17 nel Duomo della parrocchia di Santa Maria Assunta.

(Fonte foto: Foto Munari – Flavio Gregori VIP).
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