Pieve di Soligo, commemorato oggi l’eccidio di sei partigiani del 26 gennaio 1945: l’omaggio delle autorità alla lapide nel cimitero


Venerdì 26 gennaio 1945, cimitero di Pieve di Soligo: il battaglione “Sagittario” della Decima Mas uccide Marino Zanella (Amedeo), comandante della brigata Garibaldi “Giuseppe Mazzini”, e altri cinque partigiani: Antonio Bortolini, 23enne di Miane, Salvatore Pontieri, 22enne di Crotone, Giovanni Possamai, 22 anni di Mura di Cison, Leone Sasso, 51enne di Cison, e Maurizio Violini, carabiniere di Valmareno di Follina.

Un 77° anniversario, quello di oggi, che l’amministrazione comunale di Pieve di Soligo ha voluto ricordare presenziando e rendendo onore a questi giovani caduti al cimitero del Comune.

Presenti, oltre alle varie sezioni Ana del territorio e dell’Anpi, il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan, il primo cittadino di Follina Mario Collet, l’assessore di Segusino Diego Longo e Mario Andreola, partigiano di Pieve di Soligo della Brigata Mazzini, memoria storica del drammatico evento.

“Ringrazio tutte le associazioni d’arma presenti e i rappresentanti delle altre amministrazioni – ha detto il sindaco Soldan -. Oggi è l’anniversario di questo eccidio che ha visto la scomparsa di questi sei giovani che hanno dato la loro vita per la libertà e per portare avanti gli ideali di democrazia. Domani è il 27 gennaio e sarà un giorno di ricordo. Le mani della scultura dell’artista Murer qui in cimitero ci ricordano quanto dolore è stato sparso nel corso del secolo scorso e quanta vita sia stata spesa per difendere gli ideali“.

“Mario (Andreola) è testimonianza viva di quel periodo – ha proseguito Soldan -, la sua presenza oggi e in tutti questi anni credo sia la testimonianza di quella forza energica che ha fatto grande la nostra nazione e che spero possa ritrovarsi anche nei giovani di oggi di fronte alle sfide che il futuro ci riserva” conclude il primo cittadino di Pieve di Soligo.

La notte tra il 24 e 25 gennaio 1945 i sei partigiani furono arrestati tra Miane e Follina da militi della Decima Mas di Pieve di Soligo, probabilmente in seguito alla soffiata di una spia. 

Condotti nelle carceri pievigine, in municipio, furono torturati a lungo sino a quando i fascisti scoprirono di avere tra le mani uno dei più ricercati antifascisti del Veneto. 

Era Marino Zanella, nato a Segusino nel 1908, protagonista nella guerra civile spagnola e convinto comunista al quale il Pci regionale aveva affidato l’incarico di organizzare la Resistenza nella provincia di Treviso.

La mattina del 26 gennaio 1945 i sei partigiani furono fucilati nel muro esterno dell’attuale cimitero, dalla parte opposta dell’ingresso principale.

Li doveva attendere un destino senza gloria e senza onore; ciò, in parte, non accadde. Se l’arciprete di Pieve di Soligo non si fosse opposto alla volontà fascista, i sei cadaveri sarebbero stati gettati in una fossa comune. I militari fascisti giudicati responsabili della strage furono assolti tra il 1948 e il 1953.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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