Pieve di Soligo, Fiabane respinge le accuse: “Si è trattato di un rissa, non possiedo un taser”. Mercoledì la decisione del Gip

Antonio Fiabane il 51enne pievigino arrestato per tentato omicidio dell’ex socio lo scorso venerdì 12 aprile è stato interrogato per rogatoria questa mattina nel carcere di Santa Bona, dove è in custodia cautelare, dal gip di Treviso Gian Luigi Zulian.

Come si pensava e come ha affermato anche la sua difesa ha risposto alle domande del giudice, cercando di smontare la tesi accusatoria: secondo la versione del socio 56enne di Termoli, infatti, Fiabane con la scusa di fargli scaricare una cassa di vino dal furgone gli avrebbe rivolto tre scariche elettriche da fargli quasi perdere i sensi, poi lo avrebbe legato e colpito al corpo e alla testa. In effetti per due costole rotte e un trauma cranica ha riportato una prognosi di 30 giorni. Ha dovuto desistere e fuggire per l’arrivo di altra gente.

Ma secondo il pievigino non è andata così, anzi sarebbe stato lui a doversi difendere: ha ripetuto che si sarebbe trattato di una rissa, una colluttazione nella quale anche lui ha riportato traumi ad una mano.

I rapporti con l’ex socio erano comunque pesanti perchè Fiabane ha ripetuto anche di avanzare dei soldi, molti, per una attività aperta all’estero qualche tempo fa seguita dal socio che non è finita bene. E ha escluso di possedere un taser e nemmeno di aver programmato un tentato omicidio.

Insomma tutta la deposizione ora sarà inviata al Gip di Chieti, che ha emesso il mandato di cattura lunedì scorso e che deciderà nel merito, probabilmente alla volta di mercoledì, una volta letta la deposizione, le misure da adottare nei confronti di Fiabane: se confermare quindi la misura della detenzione o inviarlo agli arresti domiciliari.

(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: www.tribunale.treviso.giustizia.it).
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