Patteggiamento per una pena di tre anni. È questa la richiesta presentata al pubblico ministero Massimo Zampicinini dall’avvocato Roberto Baglioni, legale di Faruk Omar, il 36enne bengalese agli arresti domiciliari da dicembre con l’accusa di maltrattamenti e violenza privata nei confronti di una cinquantina di bambini che frequentavano la scuola Coranica del centro islamico di Pieve di Soligo.
Ora spetterà al magistrato valutarla. L’ex imam ha deciso di ricorrere al rito alternativo, che gli consentirebbe lo sconto di un terzo della pena, dopo che si era fatto interrogare in Procura e aveva ammesso: “So di aver sbagliato ma nella mia cultura è così che s’insegna ai bambini”.
E mentre per Omar si profila il processo, continuano le indagini sui due connazionali finiti sotto inchiesta per le stesse accuse. Frequentatori abituali della moschea di via Schiratti, uno dei quali padre di alcuni dei bambini che sarebbero stati picchiati da Omar, e che avrebbero occasionalmente sostituito l’imam nelle lezioni di Corano.
Anche loro sarebbero finiti nelle immagini delle telecamere nascoste dai carabinieri.
Video e audio che già avevano incastrato Omar, mostrando le botte inferte ai piccoli quando sbagliavano a recitare i versi del Corano. Colpiti con schiaffi, calci e con un bastone di legno. Immagini che hanno fatto finire nel mirino degli inquirenti anche i due “sostituti” che avrebbero usato gli stessi metodi educativi.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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