L’incontro “Giuseppe Toniolo. La santità laicale cambia il mondo”, ospitato nel pomeriggio di ieri al Collegio Vescovile Balbi Valier di Pieve di Soligo, si è concluso con tre inviti che il vescovo Claudio Giuliodori ha rivolto al pubblico presente: “Siate santi, santità è sintonizzarsi con Dio e la sua opera; siate liberi e creativi, senza essere ‘prigionieri dell’immediato’, e siate incarnati nella storia per aprire nuovi spazi e percorsi in quest’epoca”.
Parole forti, quelle pronunciate dall’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente della commissione Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, che ha voluto legare alla descrizione della figura del Beato Toniolo e della sua “santità da strada e da battaglia”, calata pienamente nella realtà in cui ha vissuto.
Un incontro ricco di spunti e di interventi preziosi, condotto dalla speaker radiotelevisiva Elisa Nadai con intermezzi musicali dell’associazione culturale e musicale “Collegium Musicum”, che ha visto ancora una volta i riflettori nazionali puntati sulla città di Pieve di Soligo, che guarda al futuro camminando sulle impronte lasciate dalle “Vite Illustri” che hanno dato prestigio alla comunità nel passato.
Dopo i saluti iniziali di Luisa Cigagna, vicesindaco di Pieve di Soligo, Stefano Zanin, presidente dell’Istituto diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, Stefano Uliana, direttore generale del Collegio Vescovile Balbi Valier, e monsignor Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto, c’è stato il videomessaggio di monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi e presidente del comitato nazionale per la canonizzazione di Giuseppe Toniolo.
In seguito, don Alessio Magoga, direttore del settimanale diocesano L’Azione, ha coordinato il cuore dell’incontro con gli interventi di Vincenzo Conso, presidente della Fondazione Fai Cisl, Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto “Beato Toniolo”, e Aldo Carera, docente dell’Università Cattolica e presidente della Fondazione Giulio Pastore.
Vincenzo Conso ha parlato del volume “L’attualità di Giuseppe Toniolo nel Terzo Millennio”, curato proprio da lui, sottolineando che i santi continuano ad emergere nella nostra società e che l’uomo è chiamato a cogliere la loro testimonianza per poter agire in questa situazione particolare che stiamo attraversando.
“I cattolici si chiedono: ‘come faremo a cambiare la società se ora siamo una minoranza?’ – ha affermato Conso – Paolo VI aveva detto che il nostro tempo non ha bisogno di predicatori ma di testimoni e il Toniolo ci invita a confrontarci sui problemi concreti per trovare soluzioni non scontate. Dobbiamo recuperare un senso forte della testimonianza per ispirare cristianamente la società”.
Il dottor Marco Zabotti, parlando del suo volume “Le Cose Nuove. Rinascere più forti, sulle orme del Toniolo”, ha spiegato che il Covid ci ha invitato ad affrontare la vita con una dimensione diversa.
“Con la pandemia è emersa la necessità di mettere al centro le cose che contano veramente – ha affermato Zabotti – Questo è un tempo nuovo, una stagione magnifica e drammatica usando le parole di Paolo VI. Noi dobbiamo pensare che ora abbiamo una grande opportunità perché c’è stato tanto amore che ha saputo affrontare la sfida del Covid. In questo si innesta il Toniolo perché nel tempo delle assenze c’è una presenza.”
“Noi abbiamo bisogno di un simbolo – conclude – Il Toniolo è una figura di cristiano laico che è incompiuta ma non superata (pensiero e azione come dimostrazione di vita vera). C’è un’idea forte di unità attorno al Toniolo e Pieve di Soligo è un luogo di incontro placido nel quale creare la solidarietà attorno alle Vite Illustri della sua storia che ci aiutano a dire qualcosa di nuovo”.
Il professor Carera, infine, si è concentrato sul volume “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo (1918-2018)”, scritto insieme a Domenico Bodega, che raccoglie gli atti della giornata di studi dedicata al Toniolo svoltasi il 24 novembre 2018 proprio nella sede dell’Università Cattolica a Milano.
“Toniolo ha diversi luoghi ma Pieve di Soligo è un luogo privilegiato della sua vita – ha commentato il professor Carera – Quando pensiamo a lui dobbiamo parlare di fecondità di pensiero più che di attualità del suo pensiero perché lui è stato uomo del suo tempo. Toniolo è stato un grande studioso delle crisi e ci invita a lavorare sulla concretezza dei fatti e su quello che si può fare. Il ruolo di Pieve di Soligo è dare continuità alla figura del Toniolo”.
“Spalanchiamo l’attenzione al Toniolo e a tutto quello che ha seminato con una semina straordinaria – ha aggiunto in conclusione il vescovo Claudio Giuliodori -. Un profilo di santità che emerge in modo significativo e bello. Facciamoci illuminare dall’invito alla santità. Toniolo è uno squarcio di grazia e con lui la santità è la capacità di illuminare la storia e il tempo. Toniolo è anche un teologo della storia che ci aiuta a cogliere l’agire di Dio dentro la storia con gli occhi della fede”.
Alle ore 18.30 i presenti hanno partecipato alla solenne concelebrazione in duomo a Pieve di Soligo, con processione finale verso la tomba del Beato Toniolo e recita della preghiera di canonizzazione, e successivamente al concerto in onore del Beato Giuseppe Toniolo con il Coro e l’Orchestra “In Musica Gaudium”, diretti dal maestro Battista Pradal.
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