Pieve di Soligo, uno studio catalogherà la fauna lungo il fiume: per tutta l’estate occhio a fototrappole e rifugi artificiali

Uno studio scientifico approfondito per analizzare la presenza della fauna lungo il fiume Soligo: è la nuova iniziativa presentata oggi venerdì in municipio a Pieve di Soligo dall’assessore Giuseppe Negri insieme al dottore forestale Michele Cassol.

Lo studio vuole essere una risposta a una serie di richieste portate nel tempo all’attenzione dell’amministrazione rispetto alla frequentazione animale lungo il fiume Soligo.

In Comune arrivavano molte segnalazioni di persone che chiedevano delucidazioni su animali ritrovati, spesso confondendoli: ad esempio, un orbettino è stato scambiato per una vipera e via dicendo – spiega Negri – Tramite questo progetto riusciremo a catalogare e spiegare quali sono le specie che frequentano il nostro fiume e risolviamo anche il problema degli allarmismi: sono convinto che più conosciamo il territorio più lo rispettiamo“.

Il Soligo ha una storia naturalistica importante e rientra in Natura 2000, un riconoscimento europeo che mira a proteggere le aree naturalistiche. Michele Cassol, che porterà avanti il progetto, afferma: “Faccio parte di uno studio associato che si occupa di questioni naturalistiche. È da un po’ di tempo che facciamo studio e ricerca e abbiamo seguito anche questa zona, studiando i Palù. Tengo a ringraziare l’amministrazione per averci coinvolto in questa attività che ci pare interessante e che ci fa sperare in grandi soddisfazioni“.

L’oggetto dell’indagine è sì la fauna, ma non in tutte le sue componenti: verranno analizzati solo anfibi, rettili e mammiferi. Una scelta non a caso, perché spesso questi animali sono più frequenti e visibili e la loro conoscenza approfondita rende comprensibile la catena alimentare di tutta l’area.

Questi dati saranno utili anche per verificare l’indice di qualità faunistica del territorio. “Abbiamo capito subito che il Soligo è un vero e proprio corridoio ecologico collegato all’ecosistema del Piave: è il mezzo che permette la connessione tra i due territori e la rispettiva fauna che si sposta tra i due ambienti, perciò sarà molto ricco di elementi da studiare” continua.

Nello specifico, partendo dal presupposto che ogni componente ambientale ha le sue metodologie, per studiare gli anfibi sono previste visite notturne, ricerche di ovature e simili nelle zone percorribili del Soligo.

Con i rettili il procedimento è simile: si faranno dei percorsi campione negli ambienti ideali per capire l’affluenza delle specie presenti e verranno anche disposti dei rifugi artificiali per accelerare la ricerca e tracciare questi animali. Lo studio non parte da zero: l’ufficio ambiente del Comune ha già una banca dati, che verrà debitamente implementata con dati GIS ovvero geolocalizzati, utili anche alla Regione Veneto per i report regolari all’Unione Europea in questa prospettiva.

Per i mammiferi ci sono tecniche diverse, ma principalmente saranno osservazioni notturne dirette e analisi di tracce e segni di presenza come orme o escrementi, poi anche le fototrappole a infrarossi faranno la loro parte 24 ore al giorno per cogliere gli animali più discreti e riservati. “Buona idea, seppur meno gradevole, è osservare anche animali schiacciati sulle strade, cosa che purtroppo capita spesso” dice Cassol.

“Il nostro proposito – informa Negri – sarebbe di aprire l’indagine all’apporto del cittadino: una sorta di “citizen science”, in cui anche il cittadino dilettante che vuole contribuire può fornire i dati che ha rilevato, diventando a tutti gli effetti partecipe attivo della ricerca”.

Abbiamo l’aspettativa che i pescatori pur nella loro attività possano imbattersi in diverse osservazioni: se riescono a convogliarle in quest’indagine potrebbe essere un contributo costruttivo” conclude Cassol.

L’assessore Negri raccomanda di non danneggiare i rifugi artificiali o le fototrappole: sono preziosi strumenti di ricerca, perciò avverte i cittadini che si imbattono in questa attrezzatura di non prelevarla. Gli studiosi si attiveranno di notte con pila e targhette identificative: sono già stati avvisati i Carabinieri, ma è fondamentale che l’informazione arrivi a tutta la cittadinanza per non creare allarmismi.

L’indagine ha come termine indicativo la fine dell’estate: poi sarà probabile una presentazione pubblica degli esiti, corredata da materiale fotografico.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati