Tragedia di via Schiratti, il titolare del kebab Casablanca: “Per una settimana ho regalato a Boumarouan cibo e denaro. Ora non mi fido più di nessuno”

Veniva da me da circa una settimana, mi chiedeva se poteva mettere in carica il telefono e se gli davo qualcosa da mangiare e da bere. Io mi sono fidato“. Inizia così il racconto di Mohammed Bazouy, titolare del Kebab “Casablanca Fast-Food” di Pieve di Soligo. Secondo il suo racconto, da un po’ di tempo il 36enne marocchino accusato dell’omicidio di Adriano Armelin aveva iniziato ad andare a chiedergli aiuto.

Mi ha detto che era da poco in paese e che veniva da Firenze, – continua – era qui perché dove abitava in Toscana viveva con della gente che spacciava e non gli piaceva e che qui a Pieve di Soligo passava la notte in una casa abbandonata vicino al distributore“. Bazouy, che è in Italia da molto tempo, ha sempre aiutato i connazionali che avevano bisogno e che andavano a chiedere aiuto: “Mi ha detto che cercava lavoro, così ho contattato alcune agenzie per aiutarlo. Quando ho scoperto quello che ha fatto mi sono sentito fregato.

Questa gente danneggia tutti noi, tutte quelle persone che sono qui per lavorare in maniera onesta. Noi proviamo a far conoscere il nostro paese e poi questa gente rovina tutto”.
La sera prima della morte di Armellin – continua – l’ho visto in piazza e mi ha chiesto 120 euro perché aveva trovato un posto dove andare a vivere, dove poteva almeno lavarsi. Gli ho dato 70 euro io e 50 mio cognato“. 

Nella sua permanenza a Pieve di Soligo sono molti ad aver visto Mohamed Boumarouan in giro per il paese. Secondo alcune ricostruzioni l’uomo ha una moglie e un figlio in Marocco, vicino a Casablanca. “Ogni volta che veniva qua da me e la chiamava, lei era incazzata perché non gli mandava mai giù soldi. Loro ne avevano bisogno“. Altri connazionali riferiscono di averlo visto più volte in una sala slot di via Schiratti: “Una volta l’ho incrociato sulla porta ed era arrabbiato perché aveva perso 700 euro e non aveva più nulla da mandare alla famiglia”.

Dopo quello che è successo, il titolare del Kebab fa fatica a credere a quello che gli aveva raccontato: “Forse lui mi ha detto di aver trovato un posto dove vivere e anche un lavoro solamente per avere quei 120 euro, magari poi è andato a giocarseli alle macchinette”.

Il giorno dopo, venerdì, verso mezzogiorno, Bazouy riferisce di avere visto di nuovo il presunto assassino di Armellin in piazza e poi la sera assieme a un carabiniere: “Ho pensato che lo avessero beccato a dormire abusivamente in un’altra abitazione – continua – poi però ho visto anche l’ambulanza e così ho chiesto a una persona che mi ha raccontato cosa era successo“.

In quel momento a Bazouy è caduto il mondo addosso: la persona che lui aveva aiutato, di cui si era fidato, aveva fatto una cosa simile. “Mi ha preso in giro – conferma – perché volevo aiutarlo e gli stavo cercando un lavoro e un posto dove andare a lavarsi. Ora non mi fido più di nessuno”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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