Un flash mob in centro per chiedere sicurezza sui territori e certezza della pena dopo il delitto Armelin: l’appello al Governo

Un flash mob in piazza a Pieve di Soligo per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sulla sicurezza dopo l’omicidio del cittadino Adriano Armelin: è avvenuto questa mattina ed è stato organizzato dai partiti Lega e Fratelli d’Italia.

L’incontro ha visto gli interventi di numerosi personaggi politici locali come Gianangelo Bof, commissario provinciale della Lega, Giuseppe Montuori, commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Sonia Fregolent, senatrice leghista, Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco Veneto e presidente della Provincia di Treviso, Luca De Carlo, senatore cadorino di FdI, Massimo Candura, senatore trevigiano della Lega, gli onorevoli leghisti Ingrid Bisa e Giuseppe Paolin e il consigliere regionale dello stesso partito Gianpiero Possamai, oltre ad Andrea Ros, capogruppo della Lega-Liga Veneta di Pieve di Soligo, Loris Rizzetto, vicesindaco di Moriago della Battaglia, Mauro Canal, sindaco di Refrontolo, Paola Balliana e Alice Tonello, rispettivamente vicesindaco e consigliere comunale di Sernaglia della Battaglia, e Stefano Bressan, consigliere a Farra di Soligo, e altri ancora.

Il flash mob ha avuto un preciso intento: sollevare il tema della sicurezza e della certezza della pena. Ros esplicita: “Vogliamo che sia chiaro, questo momento non è avvenuto contro nessuno e non ha avuto nessun messaggio subliminale, di lamentela o di critica. Il solo e unico obiettivo è stato parlare di sicurezza. È un tema che prescinde la politica ed è stato un modo per sensibilizzare e coinvolgere cittadinanza e istituzioni verso la sola sicurezza dei cittadini: una cosa che ci tocca tutti da vicino, ancor più dopo la tragedia che abbiamo vissuto come comunità”.

Durante l’appuntamento, autorizzato dalla Questura di Treviso, si è parlato di richiesta di giustizia e di maggiore controllo nel territorio: dopo i tragici fatti che hanno scosso la cittadinanza il tema è caldo e i presenti hanno esplicitato la richiesta di implementare gli organici utili a garantire la sicurezza dei cittadini: “La giustizia non basta a colmare il dolore che sta provando la famiglia Armelin, chiediamo però che le pene siano severe e rispettate. Non ci adatteremo mai all’abbassamento del livello di sicurezza come avviene in altre aree italiane: deve essere al massimo e con i massimi presidi” ha detto infatti Montuori.

La denuncia comune riguarda il ruolo dello Stato, che viene definito dai presenti “non a fianco dei cittadini, a causa della cultura della permissività”.

Ora, hanno riferito gli oratori, questo genere di violenza “non è più problema urbano delle grandi città. Quello che è avvenuto è lo specchio di quello che accade quando lo Stato si ritira dal suo ruolo nella tutela dei cittadini”.

Anche Marcon ha denunciato con forza la situazione: “Come amministratori locali sentiamo l’esigenza di avere gli strumenti sacrosanti per affrontare situazioni simili. Questi sono eventi inenarrabili, non propri delle nostre comunità. Non possiamo abbassare la guardia, è importante perché chi amministra deve avere gli strumenti per garantire la sicurezza che i cittadini giustamente pretendono”.

“È inconcepibile che nella stessa settimana in cui piangiamo un cittadino di Pieve di Soligo massacrato senza alcun motivo, sentiamo che vengono sguarnite le strade dai militari delle operazioni “Strade sicure”, operazione che dovrebbe essere finanziata fino a dicembre prossimo” ha detto Candura, che ha rivolto il suo “appello al buonsenso del Ministro degli interni: ridurre l’organico della sicurezza lo riteniamo un pessimo messaggio”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati