Violenze al centro islamico di Pieve di Soligo, ieri l’interrogatorio: l’imam si è avvalso della facoltà di non rispondere

Faruk Omar si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Gianluigi Zulian, durante l’interrogatorio di garanzia. Ieri mattina, mercoledì 17 luglio, il 36enne bengalese, indagato con l’accusa di maltrattamenti aggravati e violenza privata nei confronti di circa 50 bambini che frequentavano la scuola coranica del Centro Islamico di Pieve di Soligo (nella foto), si è presentato davanti al giudice accompagnato dal suo avvocato Roberto Baglioni: “Abbiamo preferito avvalerci della facoltà di non rispondere – spiega il legale -, perché prima dobbiamo poter valutare tutto l’impianto accusatorio. Ho fatto richiesta di avere i video delle presunte violenze. Solo dopo che li avremo visionati potremo decidere quale linea difensiva assumere”.

Proprio i video, con file audio, mostrerebbero chiaramente le violenze fisiche subite da almeno trenta bambini, e quelle psicologiche inferte ai piccoli (dai 5 ai 12 anni d’età) dall’imam accusato di utilizzare quello che la procura definisce un “metodo educativo vessatorio” per far apprendere loro i versi del Corano. Oltre alle prime contestazioni messe nero su bianco dal sostituto procuratore Massimo Zampicinini nella richiesta di misura cautelare che ha portato l’imam al divieto di dimora nella provincia di Treviso, se ne sono aggiunte altre frutto delle indagini tuttora in corso.

(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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