Sugli spalti dello stadio del Patean, la pioggia non desta preoccupazione: i tifosi rimangono al proprio posto, immobili, a guardare i giocatori del Rugby Piave che “combattono” per conquistare la palla e raggiungere la meta.
Lo fanno dal lontano 1985, quando un gruppo di amici ha contribuito a formare la società come azione di puro volontariato. Nella Club House dello stadio di casa, dove i tifosi si rifocillano, c’è un grande pannello che riporta le fotografie di una lunga storia di amicizia, ma anche di sana competizione: una mostra che, durante l’open day di qualche giorno fa, hanno potuto vedere anche gli ex giocatori.
“Certo, siamo un gruppo di amici fuori dal campo, ma la partita è una guerra e la prendiamo seriamente – spiega il presidente Eros Moschetta, con grande orgoglio verso i suoi ragazzi. – Abbiamo un gruppo di preparatori e allenatori di grande qualità, proprio come piace a noi”.
La società parte dagli Under5 e arriva alla Prima squadra Seniores, che concorre nella serie C del Campionato Triveneto (ma che mira più in alto), con un totale di 230 tesserati. Quello che gira attorno al Rugby Piave, però, è molto più ampio: ci sono le cheerleaders della Dance Point di Pieve di Soligo, c’è la mascotte, ci sono i fotografi ufficiali, che non si perdono nemmeno una partita. E poi ci sono gli sponsor, che continuano a credere nella forza di questo sport.
Trasmettere i valori sani del rugby, che è uno sport che prevede inevitabilmente uno scontro fisico tra gli avversari, non è così immediato, specie per i più piccoli: per questo è importante che prima dei quindici anni i ragazzi e le ragazze imparino prima di tutto la collaborazione, mettendo la competizione al secondo piano.
Dopo i 15 anni, dopo aver creato una squadra affiatata e dopo aver ben definito la differenza tra avversario e nemico, i giocatori sono pronti per guardare a un obiettivo e cercare di raggiungerlo nel rispetto delle regole.
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