Di fiordo in fiordo per raccontare Canova e Possagno: la direttrice del Museo Gypsotheca Moira Mascotto ospite di un lungo tour in Norvegia

La direttrice del Museo Gypsotheca Canova Moira Mascotto è recentemente tornata da una spedizione di dieci giorni in Norvegia: di fiordo in fiordo, di città in città, ha raccontato davanti a diverse platee la vita Antonio Canova e le opere che Possagno, la città natale dell’artista, custodisce.

Da Oslo a Bergen, da Stavanger a Trondheim, passando anche per città minori come Halden, la direttrice è stata accolta con tutti gli onori e in varie località da un pubblico che si è dimostrato molto interessato alla cultura italiana nel suo senso più completo, comprese appunto le vicende che legano la storia dell’arte alla storia del territorio.

“Ogni sera ero ospite in una di queste città per parlare di Antonio Canova e delle celebrazioni per il bicentenario dalla morte dell’artista – spiega la Mascotto, – Il pubblico era ogni volta diverso, con un’età trasversale: alcuni di loro avevano visitato l’Italia. La mia presentazione si divideva in due parti: nella prima parlavo della vita dell’artista, nella seconda di Possagno, del tempio e del complesso museale”.

Il viaggio è stato possibile grazie al comitato Dante Alighieri presente in Norvegia, uno dei quattrocento nel mondo che portano avanti la missione di diffondere la cultura italiana all’estero: la direttrice ha incontrato anche l’ambasciatore italiano in Norvegia, Alberto Colella.

In questo tour di dieci giorni, alla direttrice Mascotto è stato più volte chiesto di mettere a confronto artisti norvegesi e italiani, segnale che la nostra cultura riesce a trasmettere fascino e curiosità fino a latitudini estreme: “Ho avuto l’opportunità di visitare il celebre Parco Vigeland a Oslo: un parco che contiene duecento sculture dell’artista Gustav Vigeland, che viene tenuto in grande considerazione nella capitale. La richiesta del pubblico è stata quella di mettere a confronto Bertel Thorvaldsen e Antonio Canova”.  Dello scultore danese Thorvaldsen, infatti, si dice sia stato uno dei maggiori rivali del Canova, con una notorietà altrettanto internazionale. Contemporaneo all’artista possagnese, visse e operò a Roma dal 1796 al 1818: è curioso sapere che in quel periodo si fece chiamare “Alberto”.

“Ho percepito tanto interesse verso la cultura italiana in generale – conclude Moira Mascotto – verso la storia dell’arte, il paesaggio, la cucina e il mondo vitivinicolo”.

(Foto: Moira Mascotto).
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