Possagno, Marino Finato il recuperante di reperti bellici e il suo museo: una figura attiva anche nel volontariato

Da più di 50 anni, al di là dell’amore per la montagna, ha abbinato lo stessa passione per la ricerca e il recupero di reperti bellici.

Un’eredità che Marino Finato (nella foto), 63enne ex operaio alle storiche fornaci di Possagno, ha ereditato dallo zio Giovanni Cunial.

Il reperto più ingombrante, che fa bella mostra di sè, lo si trova all’ingresso dell’abitazione di Marino, con tanto di targa illustrativa, recuperato oltre sessant’anni fa dallo zio Giovanni a pochi metri dalla sua casa.

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Un proiettile di cannone del peso di ben quattro quintali di marca austriaca, rimasto inesploso nel corso del primo conflitto mondiale e successivamente disinnescato, nel corso dei bombardamenti sulla città del Canova.

I reperti da combattimento e da difesa, rimasti interrati nella zona del Monte Grappa e recuperati in tutti questi anni, sono custoditi gelosamente nel suo personale museo nella casa di via Cunial. Oltre mille reperti, frutto della sua continua ricerca, in sintonia con l’amore per la montagna e la sua storia.

“Un anziano vicino di casa, che aveva combattuto nel corso dell’ultima guerra, mi raccontava delle sue esperienze con le lacrime agli occhi e queste vicende mi hanno particolarmente colpito. Ed è così che, accompagnato da mio zio, cominciai a perlustrare la zona del Monte Grappa alla ricerca di reperti, cosa che continuo tutt’oggi” – conferma Marino.

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Recuperante ma allo stesso tempo accompagnatore e cicerone dei gruppi scolastici in visita alle trincee del Monte Palon sopra Possagno, dove in questi giorni sta operando nei lavori di manutenzione.

Alpino “doc” Marino Finato non poteva che collaborare con due associazioni storiche come “Il Piave 15-18” di Passerella di San Donà di Piave e “Il Fronte Trincea” di Castelcucco. E anche fuori dai confini nazionali come “La Croce Nera “della Stiria che ha sede a Graz, in Austria, comunicando l’identità dei caduti austriaci attraverso le piastrine che lui stesso ha ritrovato sulle montagne, teatro dei combattimenti della Grande Guerra.

Un appassionato a tutto tondo, in fatto di reperti bellici, in possesso del patentino rilasciatogli dalla Regione Veneto. “Un grande risultato – conferma Marino – visto che è stata regolarizzata un’attività priva di regole. Una volta quei reperti venivano venduti come materiale ferroso per prendere qualche soldo, personalmente non venderei mai un reperto soprattutto per una forma di rispetto per quello che rappresentano”.

Forse uno degli ultimi personaggi che con la sua passione, coltivata da oltre mezzo secolo, tiene viva la memoria e la storia custodendo quei segni di tante battaglie, da ricordare e tramandare ai posteri, con la speranza che rimangano da insegnamento per il futuro.

Allo stesso tempo Marino mantiene viva la passione per la natura che lo circonda lavorando nel bosco di Santa Giustina, vicino a casa sua e in accordo con il Comando Forestale, riaprendo i vecchi sentieri dimenticati da anni, rimodellando gli argini della vecchia fossa Cunial che stava scomparendo, sistemando le panchine, recuperando i sentieri di una volta. Percorsi ideali per quanti amano passeggiare e sostare in un ambiente incontaminato.

(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Marino Finato).
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